martedì 18 ottobre 2016

l'allieva: la serie tv

La serie televisiva basata sui romanzi de "L'allieva" di Alessia Gazzola non è ancora finita - mancano ancora due settimane - ma ormai io un'idea me la sono fatta. E purtroppo sono abbastanza delusa.

La serie si ispira solo ai primi tre volumi (Sindrome da cuore in sospeso, L'allieva, Un segreto non è per sempre), e non a tutti i libri finora pubblicati. Vedendo le puntate ci si accorge però che i casi di omicidio raccontati sono ovviamente di più (1 puntata lunga da due ore + altre 10 da un'ora, trasmesse accorpate), e sono stati scritti appositamente per la televisione.
La Gazzola ha supervisionato le sceneggiature, in linea teorica, ma non le ha comunque scritte lei.
Ma il problema con la serie, per quanto mi concerne, non è quello.


Che cosa non mi sta piacendo?

- Innanzitutto la protagonista principale. Alessandra Mastronardi non mi piace nel ruolo, non è davvero la "mia" Alice dei libri. Non mi piace fisicamente, non mi piacciono il viso, i capelli, il modo in cui si veste (o la vestono). Le scarpe che porta non sono quelle che indosserebbe l'Alice dei libri.
E non mi piace il suo modo di recitare, il suo sguardo perso, la sua voce e nemmeno i suoi silenzi quando si trova interpellata dalla Wally o dal Supremo.
Boccio sia l'attrice che la interpreta, sia il modo in cui hanno sceneggiato Alice Allevi. Mentre l'Alice dei libri è imbranata ma simpatica (e ti trovi a solidarizzare con lei), sto trovando quella della tv quasi odiosa, talmente viene dipinta come  stordita, come se vivesse in continuazione su una nuvoletta rosa. Sembra una vispa Teresa in un istituto di medicina legale: niente di più fuori posto!

- Poi Dario Aita nel ruolo di Arthur è una roba senza senso, completamente diverso rispetto a quello dipinto nelle pagine della Gazzola. Siamo lontani anni luce, ma proprio in un'altra galassia...
Dove sono la sua britishness, il suo coraggio e il suo idealismo?
Dov'è il suo accento inglese, dov'è il suo "Elis"???
Ricordo benissimo che leggendo i primi libri, anch'io oscillavo continuamente fra team Claudio e team Arthur (solo più avanti avrei fatto una scelta), perché come Alice non riuscivo a decidere quale preferivo. Questo avveniva perché anche l'Arthur narrato dalla Gazzola era affascinante e pieno di qualità, invece qui nella serie non mi è mai passato per la mente di poterlo nemmeno considerare, questo Arthur.
Già quando uscirono le notizie sul casting, oltre un anno fa, ero delusissima per la scelta di Aita, e purtroppo non mi sono ricreduta nemmeno dopo averlo visto al lavoro. Ma evidentemente la famiglia Aita è andata per la maggiore, anche perché un altro Aita (il fratello Emanuele) interpreta il ruolo di Paolone.

- Questo è un dettaglio, ma va ad aggiungersi al resto. Anche la nonna non è lei (ovvero non è quella che mi sono sempre raffigurata mentalmente), non con quei capelli rossi e quella corporatura robusta. Per me Marzia Ubaldi rimarrà sempre la balia di Elisa di Rivombrosa; potrà fare qualsiasi ruolo, ma io continuerò a vedermela sempre con quegli abiti di scena.

- Anche l'ispettore mi trasmette un'impressione molto diversa dai libri. Sino ad ora sembra sempre che accolga i suggerimenti investigativi di Alice come se le facesse un grande favore, sfottendola anche un po'... Nei libri invece mi sembrava che fosse molto più cordiale, gentile e disponibile nei suoi confronti.

C'è qualcosa di cui invece sono soddisfatta?

- Claudio è l'unico su cui non ho obiezioni. Mi piace, lo adoro, e Lino Guanciale lo impersona come me l'ero sempre raffigurato. Un CC perfetto, a mio parere.
(Ah, sì, se non l'avevate capito: alla fine, nel corso della lettura io ho scelto il team Claudio.)


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