In un avvallamento tra due montagne della Val d’Aosta, al tempo della
Grande Guerra, sorge il borgo di Saint Rhémy: un piccolo gruppo di case
affastellate le une sulle altre, in mezzo alle quali spunta uno sparuto
campanile.
Al calare della sera, da una di quelle case, con il volto
opportunamente protetto dall’oscurità, qualche «anima pia» esce a volte
per avventurarsi nel bosco e andare a bussare alla porta di un capanno
dove vive Fiamma, una ragazza dai capelli così rossi che sembrano
guizzare come lingue di fuoco in un camino.
Come faceva sua madre
quand’era ancora in vita, Fiamma prepara decotti per curare ogni
malanno: asma, reumatismi, cattiva digestione, insonnia, infezioni…
Infusi d’erbe che, in bocca alla gente del borgo diventano «pozioni »
approntate da una «strega» che ha venduto l’anima al diavolo. Così,
mentre al calare delle ombre gli abitanti di Saint Rhémy compaiono
furtivi alla sua porta, alla luce del sole si segnano al passaggio della
ragazza ed evitano persino di guardarla negli occhi.
Il piccolo e
inospitale capanno e il bosco sono perciò l’unica realtà che Fiamma
conosce, l’unico luogo in cui si sente al sicuro. La solitudine, però, a
volte le pesa addosso come un macigno, soprattutto da quando Raphaël
Rosset se n’è andato.
Era inaspettatamente comparso un giorno al suo
cospetto, Raphaël, quando era ancora un bambino sparuto, con una folta
matassa di capelli biondi come il grano e una spruzzata di lentiggini
sul naso a patata. Le aveva parlato normalmente, come si fa tra ragazzi
ed era diventato col tempo il suo migliore e unico amico. Poi, a ventuno
anni, in un giorno di sole era partito per la guerra con il sorriso
stampato sul volto e la penna di corvo ben lucida sul cappello, e non
era più tornato. Ora, ogni sera alla stessa ora, Fiamma si spinge al
limitare del bosco, fino alla fattoria dei Rosset. Prima di scomparire
inghiottita dal buio della notte, se ne sta a guardare a lungo la casa
dove, in preda ai sensi di colpa per non essere andato lui in guerra, si
aggira sconsolato Yann, il fratello zoppo di Raphaël… il fratello che
la odia.
Ritornando su un tema caro alla letteratura di ogni tempo –
l’amore che dissolve il rapporto tra una comunità e il suo capro
espiatorio – Francesca Diotallevi costruisce un romanzo che sorprende
per la maturità della scrittura e la solidità della trama, un’opera che
annuncia un nuovo talento della narrativa italiana.
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