lunedì 17 ottobre 2011

moda italiana

Moda in Italia. 150 anni di eleganza
17 settembre 2011 - 8 gennaio 2012 (prorogata al 29 gennaio)
Reggia di Venaria, Torino


Nello scorso weekend ho visitato una bella ed interessante mostra alla Reggia della Venaria. L'esposizione racconta la storia della moda in Italia dal 1861 ad oggi. E' divisa in due parti (presentate su due piani) affidate rispettivamente alla direzione artistica della costumista premio Oscar Gabriella Pescucci e del direttore di Vogue Italia Franca Sozzani.

Lungo le sale veniamo accompagnati da un suggestivo gioco di specchi tra arti figurative, fotografie, musica e cinema, che ci guidano in un viaggio lungo i 150 anni di stile italiano. Le musiche e le immagini sono legate al periodo presentato nella sala, mentre se devo essere sincera non mi sono accorta per nulla del percorso olfattivo (o mi sono assuefatta appena entrata nella prima sala, oppure il raffreddore stava covando... mah? - comunque mi è stato assicurato che esiste anche quello...)
Il percorso di visita è organizzato per decenni e per temi, e si suddivide in otto sezioni.


Verso l'Unità, tra storia e romanzo
La mostra parte dall'Unità d'Italia e dall'epopea del Risorgimento. Il 1861. Il Romanticismo aulico che ispira le gesta di quegli anni si esprime nell'eleganza soave della dama romantica, stretta nel busto e avvolta nella lusseureggiante gonna sorretta dalla crinolina, oggetto emblema di un'epoca. Una femminilità distante ed eterea, di ispirazione aristocratica, pervade le prime sale tra abiti originali e costumi del grande cinema di Luchino Visconti.
Le prime tre sale ospitano rispettivamente un abito da sera originale della Contessa di Castiglione, e due riproduzioni "filmiche": l'abito bianco da ballo di Claudia Cardinale ne "Il gattopardo" e l'abito scuro da viaggio di Alida Valli in "Senso".

L'Italia diventa regno
Dopo il 1870 e maggiormente nell'età umbertina (1878-1900) la figura femminile evolve e con essa muta l'approccio alla vita sociale. La donna borghese è sinuosa e vitale grazie alla silhouette offertale dalla tournure (struttura per rigonfiare le gonne) che punta sugli aspetti maggiormente sensuli, come fianchi e retro. Il preziosismo della nuova cultura esteta importata in Italia da D'Annunzio e il gusto decadente creano l'immaginario sofisticato della cosiddetta fin de siecle.
In mostra ci sono un manto regale della regina Margherita, un suo abito, le divise dei gentiluomini di corte.


L'Italia della Belle Epoque
Il primo 900 è un'età nevrotica e brillante per l'ansia di vita che traspare e il presagio della fine di un mondo. La moda è conservatrice, sempre ancorata a busti e sottane, però eclettica, preziosa, severa e volutamente non rivolta ai più. Decori presi da ogni epoca e stile, ispirazioni dettate dal colonialismo o dalla fantasia ispirata all'opera lirica di Giacomo Puccini, profili innaturali e femminilità vistose rappresentano una vivacità culturale densa di simboli.

Futurismo
Nel 1919 a Firenze il futurista Thayat realizza la tuta da lavoro, pensata per tutte le occasioni, anche eleganti, determinando così un percorso di sperimentazione tra moda e arte. Tripudio di colori in panciotti sgargianti, dinamica praticità del taglio e modernità delle asimmetrie oltre che rifiuto delle costrizioni borghesi (la cravatta per esempio) si esplicano con freschezza in queste creazioni perché, come disse Giacomo Balla "si pensa e si agisce come si veste".

Tra due guerre mondiali
La Grande Guerra cambia il volto all'Europa e la moda, come quasi tutte le arti applicate, cambia anch'essa identità. Sparisce il secolare busto, mentre il cinema muto ispira nuovi canoni di bellezza: capelli corti, linee appena accennate da abiti semplicissimi quanto sgargianti, bellezze acerbe. Negli anni '30 l'atmosfera si incupisce e la donna diventa diva fatale: profili androgini e abiti a sirena per la sera, carattere militaresco per il giorno. Si sviluppa nell'Italia fascista l'interesse per le fibre sintetiche, come la viscosa, prodotta per lungo tempo a Venaria (Snia Viscosa).
Sono esposti una divisa militare di D'Annunzio, abiti di Eleonora Duse, numerosi abiti di stile charleston degli anni '20, abiti degli anni '30-'40, italiani e tedeschi

La Repubblica e la rinascita della moda italiana
"Riprendere a sognare per riprendere a vivere" asseriva Dior che nel 1947 con il suo new look aveva riproposto un modello di donna ormai dimenticato: vitino stretto, tacchi a spillo e gonna a crinolina, inarrivabile ai più, ma sufficiente a fare dimenticare gli orrori e le privazioni recenti. Nel 1951 a Firenze il verbo francese dell'eleganza si traduce per la prima volta in italiano. L'esperimento funziona e nascono gli stilisti, autori delle creazioni rese celebri nelle pellicole della Hollywood sul Tevere, che mostrarono la rinascita e le bellezze italiane al mondo.
La mostra prosegue al piano superiore, e propone, fra gli altri, abiti delle sorelle Fontana, abiti delle dive cinematografiche degli anni '50-60: Audrey Hepburn, Liz Taylor, Ava Gardner (con il "pretino", un tailleur di foggia vescovile), scarpe di Ferragamo realizzate per Marylin Monroe.


Sartorialità
Dagli anni '60 lo stile italiano si fa unico nel mondo. L'eleganza data dalla maestria nella confezione e dalla creatività dei primi grandi stilisti creano un gusto unico e inconfondibile nelle sue firme. Il rosso di Valentino, il taglio scultura di Capucci, l'esuberanza di Versace, l'eleganza di Armani rappresentano un carattere di autorialità sartoriale impossibile da eguagliare.

1970/2011
La moda approda a Milano. Scandalo e sperimentalismo degli anni '70. Neo conservatorismo e stile rampante per gli anni '80. Eleganza minimale e del dettaglio per i '90. Creatività che si concede ai più nel mercato globale del post 2000. Nel suggestivo Teatro delle Commedie della Reggia, un'installazione che riproduce la passerella di una coloratissima sfilata raccoglie i capolavori delle più grandi firme della moda italiana.

3 commenti:

  1. Sabato ci sono andati anche i genitori del mio moroso a vederla, e sono tornati a casa entusiasti!

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  2. non ci sono stata ma, lavorando alle OGR dove ci sono le altre mostre sui 150 anni, so per certo che deve essere veramente una bella e interessante mostra! grazie x averci mostrato le tue foto!

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  3. @girl: purtroppo le foto non sono "mie", in quanto era vietato scattarle... Sono le foto tratte dalla cartella stampa della mostra

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