lunedì 22 marzo 2010

prima dell'alba

Rai 4 è sempre una deliziosa ancora di salvezza nella programmazione televisiva. Quello che sarebbe dovuto essere il primo giorno di primavera si è rivelato nuvoloso ed incerto, come tante delle giornate che lo hanno preceduto. Quindi ho passato in casa la domenica pomeriggio, ed ero praticamente sul punto di infilare un film nel lettore dvd quando, accendendo la TV, il canale sintonizzato era Rai 4 e c'era questo film appena cominciato, con Ethan Hawke e Julie Delpy, che avevo visto diversi anni prima e che ho subito riconosciuto. Prima dell'alba.

Un ragazzo e una ragazza, lui americano e lei francese, si conoscono su un treno in viaggio da Budapest a Vienna, passano insieme un'unica giornata e nottata a Vienna, e 'prima dell'alba' si separano per tornare alle loro rispettive esistenze, consapevoli che molto probabilmente non si rivedranno più, anche se in extremis si danno appuntamento di lì a sei mesi esatti in quella stessa stazione dove si stanno dicendo addio.
Un film fatto di dialoghi: intensi, serrati, spensierati, giocosi, poetici, sognanti.

sabato 20 marzo 2010

la principessa e il ranocchio

La principessa e il ranocchio è un film molto carino e originale, ma per essere un lavoro Disney vi ho trovato atmosfere più dark e cupe rispetto ai soliti standard. Credo che se l'avessi visto da piccola alcune scene - il cattivo Facilier (che mi ha stranamente ricordato Adriano Celentano, mah!!) e le sue evocazioni delle ombre demoniache del voodoo, la scena nel cimitero e la morte di uno dei personaggi di contorno - mi avrebbero turbata non poco. Un po' come la strega di Biancaneve :-)
Quando il film è uscito - lo scorso autunno - le recensioni sottolinearono con insistenza come si trattasse forse del primo cartone Disney ad avere una protagonista di colore. Segno dei tempi, sulla scia della nuova presidenza USA. Non ho fatto particolarmente caso a quest'aspetto (nel senso che il colore della pelle di un personaggio animato non mi sconvolge per nulla), ma ho trovato molto originale l'ambientazione: New Orleans e il bayou circostante, negli anni '20.

Tiana è una giovane cameriera, con una mentalità intraprendente ed emancipata, che sin da bambina coltiva il sogno che era stato anche quello del padre, cioè quello di aprire un proprio ristorante, dove offrire buoni piatti e buona musica jazz. Per una serie di circostanze, finisce casualmente per baciare Naveen, un principe trasformato in ranocchio da un amuleto voodoo di un diabolico e malvagio imbroglione, e si ritrova lei stessa tramutata in rana! I due hanno caratteri inizialmente piuttosto in conflitto: lei abituata a lavorare duro per guadagnarsi ciò che desidera, lui viziato e pigro com'è d'uso per i principi, e dedito solo a canti e balli.

Ma trasformati in ranocchio e ranocchia, e sbattuti di colpo nella palude, i due finiscono per diventare compagni d'avventura e collaborare per sopravvivere (la palude è un posto assai pericoloso per le due bestiole). Con l'aiuto di Louis, un alligatore appassionato di musica jazz, e di Raymond, una lucciola romantica e sognatrice, Tiana e Naveen riescono ad arrivare dalla vecchia Mama Odie, che gli rivela come fare per tornare umani: il principe rospo dovrà baciare una principessa. E dove trovarne una? Sembra che ai fini della rottura dell'incantesimo anche la figlia del cosiddetto Re del Mardi Gras di New Orleans possa andare bene, in fin dei conti è una "principessa" per quel giorno di festeggiamenti, sino a mezzanotte. Però il tempo scorre, e qualcosa va storto. Nonostante la "principessa" baci il ranocchio sullo scoccare della mezzanotte, sia Tiana che Naveen non riacquistano il loro aspetto umano. Pare quindi che i due siano destinati a rimanere rane...

Ma le difficoltà della loro avventura hanno tirato fuori il meglio di entrambi, e i due nel corso della storia si sono scoperti innamorati, e decidono di restare insieme, sposandosi. Alla fine della cerimonia, celebrata dalla vecchia Mama Odie, dopo il rituale "vi dichiaro ranocchio e moglie", Naveen bacia Tiana, che ormai è divenuta una vera principessa, e l'incantesimo si spezza, riportando la coppia al suo vero aspetto umano. Tiana riuscirà a comprare i locali e a mettere in piedi il ristorante dei suoi sogni, e il suo principe le darà una mano in sala e sul palco dei musicisti. Mmmhhh... mi vien da pensare che non ci sono soltanto i principi dei cartoni che svolgono queste attività, ahimé...

La prima mezzora del cartone, ambientata fra gli umani, ha un ritmo più lento. Dopo la trasformazione la vicenda si trasferisce nella natura della palude, si fa più divertente e fiabesca, con alcune scenette davvero comiche.
Per saper davvero donare la felicità agli altri, attraverso il piacere della cucina (e realizzare quindi il suo antico sogno), Tiana dovrà prima conoscere la felicità per sé, attraverso l'amore, e capire che un sogno non è davvero bello se non è condiviso con qualcuno.

giovedì 18 marzo 2010

dall'altra parte del mondo

Ieri mi sono arrivati i depliant informativi che avevo richiesto tramite web una decina di giorni fa all'Ente per il Turismo della Cornovaglia, Regno Unito. Mi chiedo come mai avessero l'affrancatura (quel mini adesivo bianco dell'abbonamento postale) che arrivava da Auckland, Nuova Zelanda.
Forse anche gli enti del turismo sono stati delocalizzati come le fabbriche di automobili e di scarpe?

lunedì 15 marzo 2010

true blood season 3 promo

Un'anteprima della terza stagione di True Blood (fra le altre cose).
La nuova serie verrà trasmessa dalla HBO a partire dal 13 giugno 2010.


(link al video su YouTube - tolto embed per evitare rogne con la Cookie Law)

domenica 14 marzo 2010

che vita da cani

"Mi chiamo Mastic des Feux mignons. Sono un setter inglese maschio, nato il 17 aprile 1994. Secondo la tradizione di famiglia, Lei mi ha ribattezzato con il nome di Joyce, in memoria di chi sapete voi. La casa e il parco sono il mio regno, così come la campagna intorno, popolata di mucche, cavalli e pecore (che rappresentano il mio incubo peggiore e, se avrete la bontà di continuare a leggere la mia storia, saprete il perché). Odio la caccia e sono per la convivenza pacifica delle specie, una sorta di paradiso terrestre dove ciascuno ha il suo posto, dal verme al bipede. È per questo che sono riuscito a non lasciarmi sopraffare dall'affollamento di cani e gatti che sono andati e venuti dalla casa in questi anni. Alla fine, però, io sono il Cane di casa, per anzianità. Un primato - quello del vecchio di casa - che condivido con il mio amico, il sarcastico e imperturbabile gatto Opium. Ma so per certo di non dover dividere con nessuno il cuore di Lei, che mi ama di un amore immenso così come io l'amo e l'amerò per sempre. Certo, amo molto anche le sue figlie, di cui sono stato il grosso peluche vivente, stritolato, impastato, abbracciato in una valanga di risate e grida festose. E amo anche lui, con la sua ruvida e trattenuta amicizia virile. Ma per Lei farei qualsiasi cosa e so che Lei farebbe altrettanto per me."
(Catherine Guillebaud, L'ultima carezza, Elliot)

Lo ammetto. Se c'è il faccione di un cane sulla copertina di un libro potete star certi che - fra tutti quelli presenti in libreria - questo di sicuro lo prendo in mano, e ne leggo la trama, come minimo. E' stato così anche per "L'ultima carezza", sulla quale facevano capolino gli occhi quasi lacrimosi e il tartufo rosso di un bel setter a chiazze altrettanto rosse. E in questo caso il risvolto di copertina è stato tanto convincente da spingermi a comprare il libro.

E' un racconto delicato, narrato in prima persona (!) da Joyce, un ormai vecchio setter inglese di quattordici anni, che - arrivato alla fine dei propri giorni - narra della sua vita come Cane di casa. La sua famiglia vive in una casa da favola, immersa in un grande parco, non troppo lontano da Parigi. Joyce non è l'unico animale a condividere l'esistenza con Lei, lui e le due sorelle, ormai cresciute: nel corso degli anni vi sono stati gatti - uno dei quali, l'altrettanto anziano Opium, è tuttora suo migliore amico - cagne, e cavalli. Una vita da gentiluomo (pardon, gentil-cane) di campagna, insomma, nella quale c'è stato un periodo difficile causato dalle pecore della fattoria vicina, ma che per il resto è stata sempre felice. Saggio e divertente, Joyce rivela tutto l'amore, la dedizione e la fedeltà che ha sempre portato ai suoi padroni (soprattutto a Lei).

Chi ha posseduto un cane sarà toccato da questa storia, e vi troverà molte scene vere e vissute. Non ci sono grandi avvenimenti, ma la semplice quotidianità dell'esistenza con un animale domestico, vista però con gli occhi del pelosone.
Dato il titolo, pensavo che alla fine della narrazione avrei pianto stile fontana, ma il finale è molto lieve. Non mi è successo come per il film "Io e Marley", dove - ero al cinema - ho singhiozzato come una deficiente per tutta la parte finale, ripensando a quando avevo vissuto scene simili con la mia povera Laika... e mentre me ne stavo quasi vergognando mi sono resa conto che anche molte altre persone in sala stavano tirando sù col naso e si stavano commuovendo come me.

sabato 6 marzo 2010

l'eleganza del riccio


Madame Michel ha l'eleganza del riccio: fuori è protetta da aculei, una vera e propria fortezza, ma ho il sospetto che dentro sia semplice e raffinata come i ricci, animaletti fintamente indolenti, risolutamente solitari e terribilmente eleganti.

Comunque non vale. Miseriaccia! Non vale perché dopo un inizio un po' ostico - avevo messo in stand-by la lettura dopo circa 70 pagine (trovavo troppa saccenza autocompiacente nelle due voci narranti, e lentezza nello svolgimento) - l'avevo ripreso in mano e avevo cominciato ad appassionarmi e ad affezionarmi sinceramente a Renée, a capirla... proprio quando ero davvero felice per lei, perché dopo una vita "congelata" stava per aprirsi alla felicità e alla condivisione con un'anima affine... ebbene proprio allora avviene quell'insulso incidente! Mi ha gelata.
Era da tempo che la fine di un libro non mi dava sensazioni così nette, e tristi...

venerdì 5 marzo 2010

cioccolato per strada

Ciokemotion!
In via Lagrange, Torino (dal 4 all'8 marzo)
Una passeggiata in via Lagrange in questi giorni è accompagnata da un incredibile profumo di cioccolata, che pervade tutta la via. Ci sono i gazebo di numerosi negozi e aziende produttrici di cioccolato, animazioni e laboratori cioccolatosi, e la mostra con sculture di cioccolato ricavate da blocchi di 50 kg. Resistere agli assaggi e agli acquisti è praticamente impossibile...


Queste sculture di cioccolato sono davvero sorprendenti. Viste da lontano sembrano normali sculture di legno: il colore è lo stesso, e anche avvicinandosi il dubbio rimane. Le ho osservate da vicinissimo, e soltanto il profumo paradisiaco mi ha convinto della loro vera "natura".

lunedì 1 marzo 2010

sissi

La giovane Elisabetta di Baviera, passata alla storia come l’imperatrice Sissi, è probabilmente una delle figure femminili più famose e amate della storia europea. Importante per l’influenza che esercitò sulla politica dell’epoca, Sissi lasciò un’impronta anche per gli innumerevoli eventi che segnarono la sua vita. Era l’anno 1854 quando la corona si posava sul capo della giovane Elisabetta, che a soli sedici anni si apprestava a diventare Imperatrice di uno dei più grandi e potenti imperi del mondo: l’Impero Asburgico.
Questa è la sua storia. La storia di un incontro e di un amore, quello tra lei e Franz Joseph d’Asburgo, che cambia radicalmente e repentinamente il destino dei due giovani. Ma anche la storia di una ragazzina dalla bellezza selvaggia, dal carattere forte e ribelle, sfrontata e moderna, costretta dalla Storia e dall’amore a diventare rapidamente donna, moglie, madre e Imperatrice.

Costato oltre undici milioni di euro, questo film in due puntate è una coproduzione televisiva senza eguali, realizzata da Publispei per l’Italia, in collaborazione con Rai Fiction, Sunset Austria per l’ORF e EOS Entertainment per ZDF. Nel difficile ruolo della principessa Sissi Cristiana Capotondi; Martina Gedeck interpreta, invece, l’Arciduchessa Sofia e David Rott veste i panni dell’Imperatore Francesco Giuseppe. Nel cast anche Licia Maglietta nel ruolo della Duchessa Ludovica, madre di Sissi, Christiane Filangieri nel ruolo di Nenè, sorella più grande dell’Imperatrice e Katy Saunders nel ruolo di Ida Ferency, dama di compagnia della Principessa. Inoltre, Federica De Cola interpreta Carlotta Del Belgio e Andrea Osvart è nel ruolo di Eugenia moglie di Napoleone III.

Sono oltre 2000 le comparse che hanno partecipato alle riprese ambientate in luoghi storici come la Hofburg di Vienna, il castello e i giardini della reggia di Schönbrunn, il castello di Eckartsau, nella Bassa Austria, il castello di Brunnsee nella Stiria e ancora il castello di Miramare a Trieste e diverse location veneziane. Per le riprese nel castello di Miramare è stata trasportata a Trieste una nave storica, successivamente ormeggiata nelle acque del Mediterraneo. Particolarmente impegnativo è stato l’allestimento di 20 carrozze storiche e l’impiego di più di 100 cavalli. Per la carrozza dorata usata da Sissi e Francesco Giuseppe in occasione del loro matrimonio è stata utilizzata una carrozza originale a sei cavalli del 1740, data in prestito dall’Arcivescovo di Olmütz (Repubblica Ceca).

Il film ha inoltre richiesto l’utilizzo di 700 costumi, la sola Imperatrice indossa più di 50 abiti diversi, appositamente realizzati per lei nelle migliori sartorie italiane, da tessuti comprati nel nostro paese. Per ogni costume sono stati usati 8-10 metri di stoffa, rivisitando in chiave moderna gli abiti originali dell’epoca. Di straordinaria bellezza l’abito da sposa per il quale è stata confezionata una sottogonna che ha visto l’utilizzo di 80 metri di tulle.

Un grandissimo lavoro, insomma, dietro a quella che rappresenta una sfida: raccontare nuovamente, dopo oltre cinquant’anni, la vita, la bellezza e le emozioni di Elisabetta, Imperatrice d’Austria.
(fonte: sito Rai)

Commento a caldo, appena terminato di vedere la seconda e ultima puntata di questa fiction. Non mi è dispiaciuta :) tutt'altro...
Di sicuro non era un compito facile riuscire a far dimenticare i vecchi film con Romy Scheidner (o riuscire almeno a non sfigurare, di fronte a questi "storici" concorrenti). Io ho trovato questa versione molto più accurata e fedele alla storia e alla biografia di Sissi rispetto ai vecchi film, i quali - pur con tutto l'affetto che gli porto, li avrò visti come minimo una volta all'anno da quando ero bambina - erano un po' stile fiabetta, con diversi personaggi macchietta di contorno e battute umoristiche. Molti avvenimenti tragici nei vecchi film non erano stati toccati (ad es. la morte della figlia e l'assassinio di Massimiliano d'Asburgo).
Mi è piaciuto molto il fatto che abbiano girato la nuova fiction proprio nelle location "reali" (Hofburg e Schonbrunn, riconoscibilissimi), e anche la cura e l'attenzione posta a diversi particolari, ad esempio gli attrezzi ginnici di Sissi nella Hofburg (dove sono tuttora visibili due anelli da ginnasta attaccati allo stipite di una porta); la sua ossessione per il peso; le sue famose pettinature - uguali a quelle riportate nei suoi celebri ritratti, uno dei quali, di Winterhalten, Franz Joseph teneva nel suo studio "vero" e abbiamo visto riprodotto nello studio della fiction. Addirittura il cane di Sissi che si intravede nella fiction era proprio della razza che lei aveva nella realtà (un irish wolfhound bianco di nome Shadow).

Cristiana Capotondi come Sissi mi è abbastanza piaciuta, e l'ho trovata fisicamente adeguata al ruolo, cosa che invece non posso dire per David Rott, l'attore che interpreta Franz Joseph: non assomiglia per niente ai ritratti giovanili dell'imperatore, e i truccatori per lo meno avrebbero potuto osare e affibbiargli un paio di baffi.

monday morning

Come cominciare in modo fantastico il lunedì mattina? Arrivare al parcheggio di interscambio con la metropolitana e scoprire che la metro non funziona - e non ti dicono perché - ma bisogna prendere la navetta sostitutiva. Mettersi a correre per recarsi alla fermata di questa benedetta navetta, salirci per il rotto della cuffia e sentirsi dire che è fuori servizio. Quindi scendere e aspettare che arrivi il mezzo giusto.
Nel frattempo, accorgersi di aver perso lo spillone originale scozzese di chiusura appuntato alla gonna a quadri, e cominciare a disperarsi, mandando silenziose maledizioni... Ripercorrere gli ultimi metri fatti (tanto la navetta giusta continua a non arrivare), e sbirciare sul mezzo fuori servizio - ormai con le porte chiuse - sul quale però si era messo piede per 10 secondi, giusto il tempo perché una spilla potesse cadere. Ma non ve n'è traccia...
Tornare indietro verso le scale mobili, e accorgersi che la spilla a forma di spadone è là per terra, piccolina mia, e c'è un tizio che la sta calpestando, ma non importa perché sono felice di averla recuperata, e sembra che non si sia fatta nulla :-)
Salire finalmente su 'sta benedetta navetta sostitutiva, che - piena come un carro bestiame - ci impiegherà 50 minuti per compiere il percorso normalmente coperto dalla metro in 10 minuti. Mettersi il cuore in pace perché tanto sai già che arriverai in ritardo alla riunione con la capa che cominciava alle nove - ma tanto hai avvisato i colleghi e non c'è niente che tu possa fare per velocizzare il percorso.
Bene signori, benvenuti nella settimana che comincia oggi!

(Edit: foto della spilla per Mariabei)