mercoledì 30 giugno 2010

corrispondenza di amorosi sensi


Daniel Glattauer
Le ho mai raccontato del vento del Nord (Gut gegen Nordwind)

C'erano una volta i romanzi epistolari. Costruiti in forma di carteggio, di scambio di lettere fra i protagonisti. E questo libro è un romanzo epistolare nell'epoca di Internet, vero e proprio susseguirsi di e-mail fra i due personaggi, con i ritmi a volte veloci al pari di una chat, o rilassati a causa delle assenze di una delle due parti.
Complice una semplice vocale in più, un indirizzo e-mail sbagliato porta Emmi Rothner a scrivere a Leo Leike, nel tentativo di dare disdetta all'abbonamento di una rivista. Lei - che è sposata con un uomo più grande, vedovo con figli - fa la spiritosa, è aperta e solare e lo stuzzica; lui - di professione psicolinguista e reduce da una relazione finita - è dapprima cordialmente distaccato ma si capisce che sta al gioco... piuttosto rapidamente dalle chiacchierate fra i due nasce un'amicizia giocosa e piena di ironia, che ben presto si trasforma in qualcosa di potenzialmente più profondo. E tutto questo senza che Emmi e Leo si siano mai incontrati di persona in modo diretto, sempre impauriti - in fondo in fondo - dalla possibilità di poter essere delusi, se la conoscenza "reale" fra di loro avvenisse davvero, e di perdere così anche quella loro particolare amicizia.

Il vento di Nord penetra dalla finestra e disturba la nostra normale (e magari ripetitiva) esistenza quotidiana...

Sarebbe un delitto raccontare il finale del libro, e mi guarderò bene dal farlo... giusto per lasciare la suspence del "S'incontrano o non s'incontrano? Lo fanno o non lo fanno?" fino all'ultimo... Emma e Leo, anzi Emmi e Leo: com'era stato all'inizio del libro, anche nel finale una vocale diversa, in più o in meno, avrà un ruolo determinante nell'instradare il destino dei due.

Il libro mi è piaciuto molto, tanto che su Anobii gli ho dato cinque stelline: si fa leggere in un lampo e lo consiglio davvero. La seconda di copertina ci informa che nel 2009 è stato pubblicato un seguito (Allen sieben Wellen), ed è probabile che lo leggerò, se verrà tradotto.

Cinque ore dopo
RE: E' già tornato dal teatro? Non riesco a dormire, stasera. Le ho mai raccontato del vento del Nord? Quando tengo la finestra aperta è insopportabile. Sarebbe bello se mi scrivesse qualche altra parola. Anche solo "Allora chiuda la finestra". Al che ribatterei: con la finestra chiusa non riesco a dormire.

Cinque minuti dopo
R: Dorme con la testa vicino alla finestra?

50 secondi dopo
RE: LEO!!!! - Sì, dormo con la testa obliqua alla finestra.

45 secondi dopo
R: Che ne dice di ruotare di 180 gradi e dormire con i piedi obliqui alla finestra?

50 secondi dopo
RE: Non funziona, così non ho più il comodino con la lampada per leggere.

Un minuto dopo
R: Ma per dormire non serve la lampada.

30 secondi dopo
RE: No, ma per leggere sì.

Un minuto dopo
R: E allora prima legge... poi si gira e poi si addormenta con i piedi obliqui alla finestra.

40 secondi dopo
RE: Se mi giro, mi sveglio e devo rimettermi a leggere per potermi riaddormentare. E allora non ho più il comodino con la lampada.

30 secondi dopo
R: Ci sono! Lo metta sull'altro lato del letto.

35 secondi dopo
RE: Non va, il cavo della lampada è corto.

40 secondi dopo
R: Peccato, qui da me ci sarebbe una prolunga.

25 secondi dopo
RE: Me la mandi via e-mail!

45 secondi dopo
R: Ok, gliela invio in formato doc.

30 secondi dopo
RE: Ricevuto, grazie! Bella prolunga, lunga un'eternità! Adesso l'attacco.

40 secondi dopo
R: Attenzione a non inciamparci durante la notte.

35 secondi dopo
RE: Ah, grazie a lei e alla sua prolunga, dormirò come un sasso!

Un minuto dopo
R: Soffi pure quanto gli pure, il vento del Nord.

45 secondi dopo
RE: Leo, le voglio tanto, tanto bene. Funziona che è una meraviglia contro il vento del Nord.

30 secondi dopo
R: Anch'io le voglio bene, Emmi. Buona notte.

25 secondi dopo
RE: Buona notte. Sogni d'oro.

altri tempi...

Qui ad Atene noi facciamo così.

Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.

Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.

Qui ad Atene noi facciamo così.

La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.

Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.

Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.

E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.

Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.

Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.

Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versalità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.

Qui ad Atene noi facciamo così.

(Pericle - Discorso agli Ateniesi, 461 a.C.)

martedì 29 giugno 2010

problemi lavorativi

Sono incazzata. E' alquanto probabile che a breve non avrò più un lavoro. Dopo oltre 10 anni di impegni, sacrifici, disponibilità nel portarsi a casa roba da fare (tutto per la semplice gloria), molto probabilmente a brevissimo mi ritroverò con un sacco di tempo libero.
La mia azienda è infatti molto piccola, e siamo tutti impegnati in attività di consulenza presso un unico cliente, che in pratica è - o almeno è stato negli ultimi 30 anni - l'ente strumentale della pubblica amministrazione piemontese in ambito informatico. Oltre ai circa 1200 dipendenti, nel corso degli anni questo consorzio ha garantito lavoro a tutta una miriade di PMI del territorio (anche questo faceva parte della sua mission), dando impiego a circa 400-500 consulenti. Basta un gioco politico mirato, ed ecco che la dirigenza che ha guidato il consorzio per trent'anni viene fatta fuori dall'oggi al domani, e comincia un processo di cosiddetta riorganizzazione. E tutti coloro che non hanno la fortuna di avere il cartellino da "dipendente" vengono messi alla porta, grazie e arrivederci - anzi neanche quello, neanche un logico preavviso per la rescissione del contratto. In pratica un organico complessivo ridotto di oltre un terzo.

Ora siamo a cavallo del mese, e le informazioni sulle possibilità di rinnovo dei nostri contratti sembrano essere avvolte dalla nebbia: non v'è certezza di nulla. Non si sa molto, a parte che anche i nostri responsabili interni al consorzio sono stati messi nel tritacarne della riorganizzazione, e anche loro sono stati declassati, spostati, cambiati... boh, insomma un casino! Anche i dipendenti di questo grande consorzio non dormono certo sonni tranquilli, tutt'altro...

Per cui dall'oggi al domani potrei restare a casa, e ovviamente la mia aziendina in questa situazione chiuderebbe. Da tutto ciò deduco che in questo schifo di paese chi lavora, è capace ed è disponibile a sacrifici è vera e propria carne da macello, mentre ci sono fior fiore di lavativi che, grazie a conoscenze, o allo status di dipendente pubblico, possono dormire sonni tranquilli (ovviamente qui non generalizzo, ma parlo a ragion veduta, avendo prestato attività di consulenza negli ultimi tempi presso un ente pubblico... dove ne ho viste di cose...).

Ad ogni modo, come dice la mia mamma, se anche dovessi restare a casa i soldi per mangiare ce li ho ancora, e l'importante è la salute :-) Questo è vero. E non è detto che se si chiude una porta non si possa aprire un portone. Però il momento è fra i più schifosi: fra i miei amici non ho esempi di qualcuno che sia riuscito a trovare facilmente un nuovo lavoro...

E comunque, non ho intenzione di farmi rovinare le vacanze da questa cosa. Vada come deve andare! Tanto non ci posso fare nulla... delle vacanze ne ho bisogno... e nell'autunno vedremo...

lunedì 28 giugno 2010

agognate vacanze

Sono in piena fase di costruzione del mio itinerario vacanziero e di prenotazione dei vari b&b. Anzi, in realtà sono arrivata praticamente alla fine di 'sto lavoro, anche perché fra poco più di un mesetto si parte!
E oggi sono particolarmente felice di aver trovato posto in un b&b che - a vedere le foto - sembra davvero delizioso, un vero posto da favola, la classica casina inglese con il tetto di paglia. Considerato che chiedono 35 sterline a notte, mi sembra decisamente un buon prezzo, visto l'aspetto "fiabesco" - molte volte, per lo stesso costo, ti propongono brandine ripiegate, in squallide stanzette con la moquette sintetica. Bè, in questo posto non ci ho ancora messo piede, ma se tanto mi dà tanto mi auguro che le foto siano fedeli alla realtà.

sabato 19 giugno 2010

true blood terza stagione

Gli autori di True Blood hanno aperto la terza stagione concedendo generose visioni di Eric, Sam, Bill e Jason a tutte noi "interessate" spettatrici. E proprio per non fare torto a nessuno, hanno distribuito abbastanza equamente le parti!
L'entrata in scena di Eric non passa inosservata! Ma neanche il sogno yaoi fatto da Sam dopo aver assunto il sangue di Bill al termine della seconda stagione - una parentesi buttata lì un po' senza motivo, ma non ce ne stiamo lamentando...
Tara e la sua cara mammina ci hanno invece cordialmente rotto le scatole: non le sopporto davvero più! Apprezzo molto che gli autori - pur partendo dalla trama dei libri - creino comunque percorsi e storie originali (ad esempio Sam che sta cercando la sua famiglia), ma di "questa" Tara ne avrei proprio fatto a meno...

mercoledì 16 giugno 2010

la marchesa e il libertino


A volte un bel film viene messo in ombra da uno di argomento/tema simile uscito nello stesso periodo, che finisce per avere maggior successo e notorietà presso il pubblico. E' successo, ad esempio per The Prestige e The illusionist, entrambe storie di maghi sullo sfondo dell'Inghilterra vittoriana, uscite a distanza di pochi mesi l'una dall'altra (e forse per questo il film uscito dopo è stato considerato una sorta di "copia" e passato un po' in sordina).

Questa cosa è sicuramente capitata per un film che ho avuto modo di vedere l'altra sera. Si tratta di "Valmont", rilettura di Milos Forman de "Le relazioni pericolose" di Choderlos De Laclos, con Annette Bening, Meg Tilly, Colin Firth, Fairuza Balk.
Le relazioni pericolose, romanzo epistolare, fu pubblicato nel 1782 e suscitò immediatamente enorme scalpore, venne definita un'opera scandalosa e immorale, tanto che il suo autore venne punito dalle autorità militari. Ciò nonostante le ristampe si susseguirono rapidamente, e si dice che anche Maria Antonietta ne avesse una copia sul comodino.

Chi ha la mia età si ricorderà sicuramente che a metà degli anni Ottanta ne venne tratto un film - dallo stesso titolo - interpretato da Glenn Close, John Malkovich (nei panni della marchesa De Merteuil e del visconte di Valmont) e Michelle Pfeiffer, diretto da Stephen Frears. Ebbene, quel film ebbe talmente tanta eco e successo che "Valmont", tratto dallo stesso libro ma, ahimé, uscito l'anno successivo, venne quasi ignorato. Completamente senza motivo, direi. Milos Forman, regista di questa seconda pellicola, ci tenne a precisare che i due progetti erano andati avanti in parallelo, senza incrociarsi, e che era stato il caso a volere che entrambi fossero pronti ad uscire nello stesso periodo. Però alla fine "Le relazioni pericolose" ebbe glorie, onori e pubblico, e "Valmont" quasi nulla.

"Valmont" è invece un film delizioso ed elegante, pervaso da un'atmosfera graziosamente rococò, libertina e allegra, molto meno cupo e tragico di quanto invece mi ricordassi "Le relazioni pericolose" (che però ho visto un bel po' di anni fa... e quindi il ricordo è un po' sbiadito). Gli attori sono molto più adeguati, secondo me, rispetto alle facce delle star hollywoodiane utilizzate da Frears. E così ho anche scoperto che colui che nell'immaginario collettivo femminile (soprattutto delle inglesi) è identificato con Mr Darcy dalla camicia bagnata in gioventù è stato anche Valmont, il cinico e annoiato libertino francese...
Gli ambienti e le scene ricordano molto i quadri di Fragonard e Boucher: ad esempio la seduzione (riuscita) di Cecile da parte di Valmont...

giovedì 10 giugno 2010

scioperi

Dunque, domani c'è di nuovo il solito sciopero nazionale dei mezzi pubblici. In effetti era ora, l'ultimo era stato solo due settimane fa e il prossimo è previsto per il 25 giugno. Direi che ne sentivamo proprio la mancanza. E io cittadina pago l'abbonamento tutti i mesi per avere un servizio a singhiozzo e che FA SCHIFO!
E guarda caso lo sciopero è sempre di venerdi. E guarda altro caso, qui a Torino le fasce cosiddette di garanzia le fanno alla cacchio di cane dalle 6-9 e poi 12-15. Ma chi mi garantisci a metà pomeriggio??? Se mi porti al lavoro al mattino poi mi dovresti anche consentire di rientrare a casa la sera.
Io lavoro in centro e abito fuori città. Grazie a zone a traffico limitato, divieti a Euro 2 e affini, parcheggi che costerebbero più del mio guadagno giornaliero, prendere in considerazione la macchina per andare a lavorare è IMPOSSIBILE (nemmeno in situazioni di emergenza tipo questa)! Grazie nè.. dipendenti pubblici e pseudo-pubblici.. scioperate pure fregandovene del fatto che state erogando un servizio pubblico, per la collettività, e sperate che duri ancora a lungo il vostro sistema...
Io domani a lavorare devo andarci, non posso permettermi il contrario: mi metterò un paio di scarpe da ginnastica, e partirò con la consapevolezza di potermi dover fare 5-6 chilometri a piedi per tornare, domani sera. Grazie né!

martedì 8 giugno 2010

la mamma di lady oscar


Sabato pomeriggio, a Collisioni, in un paesello delle Langhe, l'ospite più attesa dai tanti spettatori presenti era sicuramente Riyoko Ikeda, la mitica "mamma" di Lady Oscar.
La signora Ikeda, classe 1947 - quasi 63 anni portati benissimo - ha partecipato a questo evento musical-letterario non soltanto per parlare del personaggio che da ormai quasi quarant'anni l'ha resa una delle mangaka più amate del mondo, ma anche - direi soprattutto - per esibirsi in quella che è un'altra delle sue passioni principali: il canto d'opera. La sera precedente, venerdi 4 giugno, nella chiesa di Novello (CN), la Ikeda, soprano lirico, si era infatti esibita insieme ad altri interpreti in un concerto organizzato in collaborazione con l'Alba Music Festival, un concerto ponte fra l'oriente e l'occidente, il Giappone, gli Stati Uniti e la tradizione europea.

Immagino che fosse la prima volta che la Ikeda veniva in Italia, e non penso che sia stata delusa dall'accoglienza calorosa che le è stata riservata dai numerosi fan.
Sabato pomeriggio, nel cortile del Castello di Novello, sotto un sole cocente, la Ikeda ha partecipato a un dialogo con gli scrittori Antonio Scurati, Luca Scarlini, e lo studioso di fumetti Luca Della Casa, aiutata dalle traduzioni italo-giapponesi della traduttrice Simona Stanzani, e accompagnata dall'ambasciatore giapponese in Italia Hiroyasu Ando.
C'è stato poi un momento di revival collettivo quando Clara Serina, voce dei Cavalieri del Re, ha cantato dal vivo la mitica prima sigla italiana di Lady Oscar. Quanti ricordi! E meno male che l'organizzazione non ha scelto di far venire Cristina d'Avena ma ha giustamente scelto l'unica, prima e inimitabile versione della sigla...
Grande festa alla corte di Francia, c'è nel regno una bimba in più, biondi i capelli e rose di guance, Oscar ti chiamerai tu...

lunedì 7 giugno 2010

collisioni

Collisioni, 4-5-6 giugno, Novello (CN)
Collisioni 2010, seconda edizione del festival letterario che si fregia dello slogan "parole storie e musica da un paese globale", è stata molto più affollata rispetto all'edizione del 2009. L'anno scorso avevo percepito un clima molto più "da festa di paese", e nonostante la presenza di nomi importanti (Jovanotti, Bruce Sterling, Nicolai Lilin, e molti altri), mi era sembrata maggiormente a misura d'uomo; lo staff era riconoscibile grazie a simpatiche t-shirt di un forte color rosso che si potevano anche acquistare - la tinta del Dolcetto e del Barolo che si produce in queste colline - e composizioni di scatole di cartone altrettanto rosse erano disseminate per gli angoli di tutto il paese.

Quest'anno quell'identità visiva così unitaria è stata abbandonata: ho intravisto alcune mini scatolette di un arancione sbiadito soltanto su un paio di scalinate; alcuni volontari indossavano una t-shirt di quel colore e altri una t-shirt azzurra col disegno utilizzato sulla brochure del programma.
I servizi di ristorazione sono stati affidati a Eataly e non più alle associazioni del paese. C'erano talmente tante persone arrivate da fuori per assistere agli incontri che le automobili sono state fatte parcheggiare quasi fra i filari delle vigne. Ho trovato che quest'anno ci fosse decisamente troppo traffico.
Certo questo è positivo perché significa che la manifestazione sta crescendo e ha successo, però a me la confusione e il traffico non piacciono molto...

A parte questo, è stato decisamente un successo. Io ho partecipato alla giornata di sabato.

Dopo aver tranquillamente parcheggiato dai miei amici che abitano a Novello - a buona distanza dal centro del paese - sono arrivata appena in tempo per ascoltare Massimo Gramellini presentare il suo ultimo libro, ho poi trascorso ore sotto un sole cocente pur di ascoltare la sensei Ryoko Ikeda, mitica autrice di Versailles no Bara (Lady Oscar) - a cui magari dedicherò un altro post - e nel tardo pomeriggio mi sono accampata fra il resto della calca in ascolto di Marco Travaglio, prima dell'incontro con Vinicio Capossela e della cena in piazza.

venerdì 4 giugno 2010