Credo che i romanzi di Jane Austen siano fra quelli che hanno dato vita al maggior numero di parodie, omaggi, libri ispirati, rivisitazioni e riletture moderne e quant'altro. E fra i romanzi, "Orgoglio e pregiudizio" è certamente quello più gettonato.
La signora Pamela Aidan si è dedicata alla simpatica impresa di restituirci la vicenda narrata in O&P dal punto di vista di Mr. Darcy: una buona idea, e realizzata anche bene (secondo me), mantenendo pressappoco gli stessi toni e le medesime atmosfere della cara Jane. Solo che, non soddisfatta di scrivere un unico libro, ne ha impiegati ben tre per ricostruire tutta la vicenda di O&P, e innestarci sopra anche un mini romanzo gotico.
Il tutto per un modico totale di circa mille pagine, ben oltre il doppio di una qualsiasi edizione di O&P.
Alcune scene rispettano fedelmente quelle originali della Austen (mostrandole dal lato di Darcy, naturalmente); altri episodi riempiono, in modo ragionevole, "buchi" narrativi di O&P nei quali tutte noi lettrici ci eravamo sempre chieste che cosa fosse successo (come per es. la risoluzione della fuga di Lydia e Wickham), in certi casi addirittura ricorrendo a personaggi realmente esistiti (ad esempio Beau Brummell o Lady Caroline Lamb), ma talvolta inventando di sana pianta sotto-trame molto lontane dal libro originario (come il soggiorno di Darcy a Norwycke Castle).
La trilogia di Fitzwilliam Darcy, gentiluomo, è composta da tre libri.
1) Per orgoglio o per amore (Tea, 2010) - Ho cominciato a leggerlo sperando in bene, ma avendo paura, sotto sotto, che O&P ne venisse snaturato. Per fortuna così non è stato: i toni e le atmosfere sono stati rispettati. Anzi è stato piuttosto divertente ri-leggere le stesse scene di O&P dal punto di vista di Darcy, e nel godere di altri momenti, a Netherfield o durante gli spostamenti, non raccontati in O&P ma perfettamente plausibili e incastrati bene nella storia. Bè, Darcy è delineato come uno che si fa un sacco di elucubrazioni mentali e di pensieri infiniti, a partire da un piccolo dettaglio, nonché come un giovanotto che non riesce ad evitare di rubarsi un segnalibro fatto di fili da ricamo della sua amata... comunque è più umano così rispetto al Darcy sostenuto, tutto d'un pezzo e privo di difetti che ci ha sempre presentato la Austen.
Questo primo libro arriva sino al punto di O&P in cui Darcy e Bingley lasciano Netherfield per tornare a Londra.
2) Tra dovere e desiderio (Tea, 2010) - Questo secondo volume copre il lasso di tempo durante l'inverno, in cui Darcy si trova lontano da Netherfield (presumibilmente a Londra), fino a quando re-incontra nuovamente Elizabeth a Rosings Park (parte ripresa all'inizio del libro numero 3). Dato che in O&P non viene fatto assolutamente cenno a che cosa stia combinando il nostro eroe (Darcy) in questo periodo, la Aidan si è lanciata in un ardito volo di fantasia.
Nella prima parte troviamo Darcy a Pemberley e poi a Londra, insieme alla sorella Georgiana e a zii e cugini (colonnello Fitzwilliam e fratello) per festeggiare le ricorrenze natalizie: qui tutto sommato vi è un'atmosfera "austeniana" classica. Invece nella seconda parte Darcy accetta l'invito presso la magione di un vecchio compagno di studi: con la segreta speranza di trovare una signora che indirizzi i suoi pensieri in una direzione diversa da quella che hanno (già) preso, il nostro gentiluomo si trova invece alle prese con intrighi di stampo goticheggiante, in un castello avviluppato dalla neve, e riesce ad uscirne indenne grazie all'aiuto del suo efficiente valletto Flechter (personaggio inventato dalla Aidan, ma alquanto ben riuscito).
Ecco, l'inserimento di questa sotto-trama gotica è un di più del quale si può fare tranquillamente a meno, se non si ha voglia di sorbirsi tutte le mille pagine della trilogia. Oserei dire che un lettore desideroso di rileggere O&P dal punto di vista di Darcy potrebbe tranquillamente evitare questo secondo libro senza particolari problemi.
3) Quello che resta (Tea, 2010) - Si ritorna sui binari consueti della vicenda conosciuta di O&P, e precisamente a Rosings Park, dove Darcy e il cugino, colonnello Fitzwiliam, si recano in visita a Lady Catherine DeBourgh, proprio mentre anche Elizabeth si trova là, ospite dei Collins. La parte iniziale del corposo volume è dedicata alla permanenza a Rosings Park, e alle infinite riflessioni amorose di Darcy, che in queste pagine talvolta sembra un adolescente invaghito e completamente "perso", sino alla sua prima dichiarazione ad Elizabeth.
Nel corso del terzo libro acquista maggior rilievo, e profondità, anche la figura (inventata dalla Aidan) di Lord Dyfed Brougham, amico di Darcy dai tempi dell'università. Brougham è inserito in una sotto-trama thriller-investigativa che la Aidan non riesce a fare a meno di aggiungere, e inoltre imbastisce con Georgiana una bella relazione, di cui mi sarebbe piaciuto leggere gli (auspicabili) sviluppi futuri. Ecco, anche la figura di Georgiana (che in O&P io avevo sempre trovato un po' eterea e scialba), è delineata meglio e acquista carattere. Per fortuna (e lo stesso avviene anche per Anne, la figlia malaticcia di Lady Catherine).
Poi, dopo la metà circa del volume, evidentemente la Aidan si è accorta di essersi dilungata un pochino troppo (ma va?), e allora ha accelerato la riunione di tutte le fila della vicenda (senza correre, però, ma smettendola di dilatare tantissimo le vicende come aveva fatto sino a quel momento), fino ad arrivare al finale, con l'atteso doppio matrimonio.
Mi hanno prestato questi libri più di un anno fa, ma visto che non mi decidevo mai a leggerli per paura di una delusione alla fine li ho restituiti.
RispondiEliminaQuesto tuo post però mi fa pensare che forse ho sbagliato. :(