mercoledì 24 ottobre 2012

l'abito non fa il monaco

Ohssignur, ho appena visto il restyling della copertina di "Tess dei d'Urberville" che han fatto gli Oscar Mondadori! Ricorda qualcosa, non è vero??? Vogliono forse spingere orde di annoiate signore verso la tragica storia della povera Tess? Non voglio nemmeno pensare ai prossimi classici che vestiranno con questo concept: magari "Madame Bovary", "L'amante di lady Chatterley" o "Anna Karenina"...


(Non è che poi qualcuno penserà che Thomas Hardy sia un giovanotto che ha scritto il romanzo basandosi su una sua fan fiction su, chessò, Downton Abbey et similia?)

giovedì 18 ottobre 2012

inseguendo l'amore

Che gli inglesi siano un po' strani ed eccentrici è una verità universalmente riconosciuta, e la cosa emerge, in maniera affettuosa ed ironica, anche in questo libro, scritto da Nancy Mitford nel 1945. Nonostante il titolo (quello della traduzione italiana, ma anche quello originale The pursuit of love)porti a pensare in modo riduttivo a un romanzo sentimentale, non lo è affatto. E' piuttosto un ritratto irriverente e profondo dell'aristocrazia terriera inglese negli anni Venti e Trenta del Novecento, raccontato attraverso le vicende della famiglia Radlett.

La giovanissima Fanny, figlia di genitori separati, un lord e una lady di costumi abbastanza "disinibiti", viene allevata da una zia materna e cresce trascorrendo lunghi periodi ad Alconleigh, la tenuta di campagna degli zii Ratlett, insieme a una banda di cugini. La prima metà del libro verte su questi anni giovanili, tra cacce alla volpe e debutti in società, ed è piena di umorismo tipicamente britannico, incarnato perfettamente dallo zio Matthew e dalla zia Sadie.
La seconda metà si concentra invece di più sulla storia della cugina Linda, frivola, superficiale ed appassionata, "alla ricerca dell'amore" al di fuori delle convenzioni tradizionali, sino alla seconda guerra mondiale.

Nancy Mitford nacque nel 1904 a Londra, in una famiglia della nobiltà terriera nota per l’originalità dei suoi numerosi membri. Escluse da qualsivoglia preparazione alla vita che non fosse l’obiettivo di procurarsi un marito della più alta posizione sociale possibile, le sei sorelle Mitford reagirono alle imposizioni dei genitori ciascuna a suo modo: un paio sposando in effetti duchi o capitani d’industria ma alle proprie condizioni, altre diventando, più o meno clamorosamente, filonaziste o filocomuniste - Diana sposò in seconde nozze Sir Oswald Mosley, fondatore del fascismo inglese, e Unity fu un'accesa sostenitrice del nazismo, mentre Jessica militò per la causa socialista e poi, negli Stati Uniti, per quella comunista. Le sei affascinanti sorelle divennero molto famose in Europa e America, tanto che venne loro dedicato persino un musical, oltre che molti libri.

Nancy, la maggiore delle sorelle, che aveva talento letterario e umorismo per condirlo, dopo aver gestito una libreria a Londra durante la seconda guerra mondiale si trasferì dal 1946 a Parigi, dove trovò un ambiente a lei più congeniale di quello inglese e incontrò il grande amore della sua vita. E' ricordata soprattutto per la sua serie di romanzi sulla vita della upper-class in Inghilterra e in Francia, ma scrisse anche quattro biografie storiche (su Luigi XIV, Madame de Pompadour, Voltaire e Federico il Grande). Morì nel 1973 in Francia.

martedì 16 ottobre 2012

capolavori di degas

Degas. Capolavori dal Musée d'Orsay
Torino, Palazzina Promotrice delle Belle Arti, parco del Valentino
(18 ottobre 2012 - 27 gennaio 2013
)

Si apre fra due giorni la più importante mostra che l’Italia abbia dedicato a Edgar Degas negli ultimi decenni, curata da Xavier Rey, conservatore presso il Musée d’Orsay e grande specialista di Degas.
Si possono ammirare in esposizione circa ottanta opere, tra dipinti, disegni e sculture, che documentano, in una straordinaria rassegna, l’attività dell’autore, e rappresentano un corpus di eccezionale valore storico e artistico.


Edgar Degas, celebre pittore francese, tra i protagonisti della stagione artistica impressionista della seconda metà dell'Ottocento, di cui ha condiviso l'aspirazione a una pittura più libera e aderente al vero, partecipando a quasi tutte le esposizioni del gruppo, ha assunto tuttavia una posizione del tutto autonoma all'interno del movimento, affrontando differenti temi e padroneggiando le più svariate tecniche di realizzazione.
Degas ha attribuito sin dall'inizio grande importanza al disegno, rivelando nel tempo uno straordinario talento: preferisce fare rapidi schizzi dal vero, che poi riporta su tela o carta in studio con un’attenta costruzione della composizione definitiva.
In mostra si potranno ammirare tutti i temi della sua copiosa produzione: l'ambiente familiare; l'esperienza italiana; il mondo parigino degli artisti, della musica e dei caffé; il paesaggio; i cavalli e le corse; le celeberrime ballerine; il nudo. Due straordinari ritratti aprono la mostra: l'Autoritratto del giovane artista (1855) e quello del nonno Hilaire de Gas (1857), che si era trasferito in Italia e da cui il nipote soggiorna per tre anni all'inizio della sua attività. All'esperienza italiana di quegli anni si collega anche l'eccezionale presenza in mostra di Ritratto di famiglia (La Famiglia Bellelli, 1858- 1869), opera che solo in rarissime occasioni ha lasciato il museo parigino, anche per le sue considerevoli dimensioni (2 x 2,5 metri). Si tratta di uno dei capolavori più conosciuti e apprezzati dell'intera opera di Degas, che con fine indagine psicologica indaga i rapporti di questa famiglia italiana.

Ci restituiscono invece il mondo della Parigi di fine Ottocento con i suoi caffè frequentati da artisti, letterati, musicisti altre opere straordinarie come L'orchestra dell'Opéra (1870), Lorenzo Pagans e Auguste de Gas (1871-1872), Jeantaud, Linet, Lainé (1871), Donne fuori da un caffé la sera (1877), cui seguono capolavori a soggetto femminile come Ritratto di donna con vaso di porcellana (1872), La pédicure (1873), Giovane donna che si annoda il nastro del cappello (1882).
Anche il tema del paesaggio, tra i meno conosciuti in Degas, trova un suo spazio nella mostra. Qui l'artista porta a un livello di virtuosismo l'uso del pastello, stendendo il colore e lavandolo, creando così uno sfondo compatto e soffuso. Seguono i soggetti più popolari dell'opera di Degas: i cavalli, cui Degas comincia ad appassionarsi dal ritorno a Parigi nel 1859, frequentando a lungo l'ippodromo diLongchamp. In mostra troviamo il celeberrimo quadro Il Defilé (Cavalli da corsa davanti alle tribune, 1866-1868) e un altro magnifico olio Corsa di gentlemen.

Si continua con le celeberrime ballerine, opere che costituiscono una delle cifre stilistiche di Degas, presenti in mostra in tutte le tecniche utilizzate dal maestro – olio, pastello, gouache – e in diverse inquadrature di scena o di prova, tra cui spiccano autentici capolavori come Prove di balletto in scena (1874), Fin d'arabesque (Ballerina con bouquet) (1877), Arlecchino e Colombina (1886-1890).
In queste opere, Degas appare sempre più impegnato nell'intento di rendere l'energia e vitalità delle sue figure.  Accanto a queste opere, anche una raccolta di splendide sculture in bronzo di ballerine, tra cui la celeberrima Piccola danzatrice di quattordici anni (fusione eseguita tra il 1921-1931), alta circa un metro e abbigliata con un tessuto di tulle. Degas comincia a modellare cera e creta attorno al 1865; via via che si aggravano i suoi problemi alla vista – sarà alla fine quasi cieco – la scultura diviene il genere più amato, soprattutto di piccolo formato e con i soggetti più amati, ballerine e donne viste nei momenti di intimità quotidiana.
E infine il nudo femminile – figure di donne riprese nell'atto di lavarsi, di pettinarsi, dopo il bagno –, che vede la presenza in mostra di Donna alla toilette che si asciuga il piede (1886), uno dei più importanti pastelli dedicati da Degas a questo tema. Completano la mostra alcune altre piccole sculture in bronzo, figurine femminili dinamiche anch'esse riprese nell'intimità quotidiana.


venerdì 12 ottobre 2012

il sistema non può reggere

C'era una volta una ditta piccina, che lavorava da molto tempo come fornitrice per un'azienda/consorzio pubblico ben più grande, la quale a sua volta operava per gli enti della pubblica amministrazione della propria Regione. I nanetti della ditta piccina, pur essendo dipendenti a tempo indeterminato per la ditta piccina, lavoravano per l'azienda/consorzio ed erano collocati fisicamente (e in modo costante e continuativo) presso uno degli enti della P.A. (venendo definiti, anche un po' spregevolmente, come "consulenti", e facendosi le loro belle quaranta ore settimanali in un'ambiente in cui tutti gli altri ne facevano, contrattualmente, un sacco di meno). Purtroppo l'azienda/consorzio pubblico era anche l'unico cliente dell'azienda piccina.
Successe che da diversi mesi l'azienda/consorzio non riceveva più i pagamenti da parte della Regione e del Comune capoluogo, o comunque li riceveva solo in parte. Questo finì per generare forti squilibri finanziari nei pagamenti anche verso le aziende sue fornitrici, come la ditta piccina. Ad esempio ad agosto 2012 venne saldata la fattura di novembre dell'anno precedente. Tempi di pagamento allucinanti, e l'azienda piccina si trovò al punto di attendere il pagamento del dicembre 2011, e di non vederlo più giungere...

Un bel giorno il capo dell'azienda piccina spiegò ai suoi nanetti che non aveva più soldi per gli stipendi (del mese precedente) che avrebbe dovuto pagare loro, perché l'azienda/consorzio pubblico si era di nuovo fermata coi pagamenti. I soldi bastavano a malapena per versare i contributi e la banca cattiva ormai si rifiutava di scontare le fatture dell'azienda/consorzio, considerandole come "carta straccia". Il capo si ripromise di andare a bussare alla porta di altri istituti di credito, ma anch'egli era fortemente sfiduciato. Certo che se ne nemmeno una fattura nei confronti di un consorzio pubblico veniva considerata solvibile, la situazione era davvero brutta.

Sarebbe bello pensare che questa sia soltanto una favola, ma purtroppo è la realtà, da ieri la mia realtà. La situazione è davvero kafkiana: 11 mesi di fatture a credito, e non entra in cassa neanche un centesimo, e nessuno può risolvere la situazione. Ma si può? Il governo cosa fa invece di costringere per davvero la P.A. a ridurre i tempi di pagamento nei confronti delle imprese? Già 3-4 mesi sarebbero tanti, troppi. Qui noi siamo a quasi un anno di ritardo....
Da ieri mi sono già depressa a sufficienza e non so davvero più cosa pensare.

giovedì 4 ottobre 2012

on the sidewalk

Qualche volta succede. Che cammini per la strada e ti imbatti in un tizio bello da fare paura. Cioè, cerco di spiegarmi meglio: non un tizio figo come un modello, uno bello e impossibile, ma uno che solo a guardarlo in viso ti fa agitare tutto lo stomaco, uno che è stra-bello "secondo te".
Ecco, ne ho appena incrociato uno così un quarto d'ora fa in pausa pranzo, sul marciapiede di via Arcivescovado. Non altissimo di statura, più o meno come me, vestito con un completo blu e con telefonino all'orecchio. Non è che di solito io mi giri per guardare i tizi che passano, ma stavolta l'ho fatto, eccome se l'ho fatto, anche per sbirciare dove stava andando...

mercoledì 3 ottobre 2012

roma 40 d.c.

Adele Vieri Castellano, Roma 40 d.C. Destino d'amore
Di questo libro ho apprezzato molto la vividezza dell'ambientazione e la precisione della ricostruzione storica. Davvero coinvolgenti ed appassionanti. Mentre leggevo - soprattutto all'inizio - mi sembrava di avere per le mani un mix fra i libri divulgativi di Alberto Angela dedicati all'antica Roma e una puntata di Spartacus.

Per quanto riguarda la storia d'amore, invece, mi è piaciuta un po' di meno: la testardaggine di Livia, lo status di quasi super-uomo di Marco Rufo e i continui tira e molla mi hanno lasciata abbastanza distaccata.

Han finito per intrigarmi di più le storie delle altre coppie comprimarie, rispetto a quella principale - soprattutto spero in un seguito dedicato a Giulia e Aquilano ('sto batavo biondo mi ha stuzzicata non poco).
Come si dice? De gustibus non est disputandum.

Comunque un bel libro, e tanto di cappello all'autrice (soprattutto considerando che questo è il suo libro d'esordio). Brava!

martedì 2 ottobre 2012

shame on ikea

L'Ikea ha pubblicato una versione un po' particolare del proprio catalogo in Arabia Saudita: in pratica ha ritoccato tutte le fotografie togliendo le donne! Non avrei mai pensato che un'azienda svedese arrivasse a tanto, piegandosi così palesemente a una restrizione così oscurantista. Lo stesso comportamento da parte di un'azienda locale mi avrebbe fatto pensare per l'ennesima volta a quanto siano retrogradi e ingiusti, ma proveniendo da Ikea mi ha lasciato davvero basita... La Svezia non è forse la culla delle politiche a favore dell'eguaglianza fra i sessi? E l'Ikea non è sempre apparsa come una multinazionale attenta alle tematiche ambientali e di solidarietà?

Io sono sempre stata una fan di Ikea e dei suoi prodotti, e lo sono tuttora, ma questa notizia non può fare a meno di destare in me un pungente fastidio, e l'inizio di una considerazione diversa nei confronti dell'azienda.