sabato 30 aprile 2011

royal photos

Le prime fotografie ufficiali di William e Kate, novelli Duca e Duchessa di Cambridge.



E queste invece sono le fotografie che ritraggono gli sposi che lasciano Buckingham Palace stamattina, il giorno dopo il matrimonio.




venerdì 29 aprile 2011

nozze reali

E così la Cenerentola moderna ha impalmato il suo principe. L'ormai ex commoner Kate Middleton ha sposato il principe William, in un'abbazia di Westminster gremita di improbabili cappellini. Speriamo che per loro valga il detto "e vissero felici e contenti", e che non si ripeta la storia della mamma e del papà dello sposo.
A me Kate piace, e non credo che né lei né la sua famiglia siano astuti arrampicatori sociali. Certo che però una deve essere davvero convinta o innamorata alla follia, per accettare di sposare un principe, ancor di più un principe della corona inglese. La pressione a cui si viene sottoposte quotidianamente è infatti fortissima, e per decidere di farlo, il gioco deve davvero valere la candela.


P.S. Guardando le foto delle mise delle varie invitate, emerge in pieno come lo stile inglese sia del tutto particolare. La consorte del primo ministro Cameron è stata additata come "scandalosa" ed "eretica" poiché priva di cappellino, mentre a me - vedendola - sembrava quella più normale... e questo nonostante io ami moltissimo la Gran Bretagna e la sua cultura.... però siamo proprio due mondi diversi su certi aspetti :-)

mercoledì 27 aprile 2011

amori nel tempo

Karen Marie Moning, Highlander. Amori nel tempo, Leggereditore

Hawk è una leggenda, invincibile sul campo di battaglia quanto nelle camere delle dame di tutto la Scozia. Nessuna donna è in grado di ignorarne il fascino, ma mai nessuna è riuscita a scalfire il suo cuore... Finché una fata assetata di vendetta non trasporta Adrienne de Simone dalla Seattle del Ventesimo secolo alla Scozia medievale. Prigioniera di un secolo troppo distante da lei, con la sua intraprendenza e i suoi modi diretti, Adrienne diverrà la sfida più ardua che Hawk abbia mai affrontato. E quando i due vengono costretti a sposarsi, Adrienne si ripromette di tenerlo a debita distanza...

Indecisa fra due o tre stelline su Anobii, comunque non ci siamo proprio... Questo è un tipico esempio di libro atteso con tanta trepidazione, e che poi finisce per deludere fortemente le aspettative. Forse mi attendevo troppo? Bè, non credo.

Il protagonista è bello, bellissimissimo, una specie di Rocco Siffredi medievale - il concetto viene più volte ribadito XD - ma non sono riuscita a trovarci niente che me lo facesse particolarmente apprezzare. L'eroina invece che fa? Catapultata in un'epoca che non è la sua, sembra non fare nemmeno una piega e accettare la cosa molto serenamente, salvo continuare a rifiutare cocciutamente un uomo che invece le piace moltissimo - e che nei suoi riguardi è tutto amore, gentilezza e cordialità - semplicemente per partito preso. Anche perché nel 1513 è normale che un laird scozzese (la traduzione dice "lord", sic) sia così comprensivo e sensibile nei riguardi della legittima moglie, dalla quale non ha ancora ricevuto nulla...

Ecco sì, quello che mi ha davvero dato particolarmente fastidio di questo libro è la scarsa verosimiglianza dell'ambientazione. Va bene che si tratta di un time-travel, e quindi di un libro che narra vicende fantastiche (tant'è che c'è anche il popolo fatato), però la Moning non traccia minimamente le differenza fra la Scozia del 1513 e la Seattle del 1997... sembra semplicemente che ci si sposti di stanza...
E poi non è possibile che nel 1513 il caffé (e presumo nemmeno il tè) fosse già diffuso in Europa, ancora di meno nelle remote lande scozzesi.
La diffusione del caffè in Europa avvenne principalmente in seguito alle invasioni turche alla fine del 1600, e anche l'introduzione del tè risale più o meno al principio dello stesso secolo, grazie alla Compagnia delle Indie Orientali. Quando leggevo degli abitanti del castello che cercavano di prepararsi la "tazza" di caffé scoppiavo a ridere!

Insomma, quello che mi è mancato in questo libro, e che invece mi aspettavo, credo che sia soprattutto la sensazione di trovarsi veramente nella Scozia dell'epoca. Cosa che, a differenza della Moning, invece fa mirabilmente la Gabaldon nei suoi libri... Per la cronaca, della Gabaldon io ho letto soltanto "La straniera", diversi anni fa, ma ricordo ancora bene che mi aveva trasmesso subito un vivido affresco di quelli che dovevano essere l'epoca e il luogo ritratti: c'erano l'avventura, il sesso, la magia, la storia, i clan, il sangue, le battaglie, la crudelta'.... Invece in questo "Highlander. Amori nel tempo" non c'è molto di tutto ciò, in realtà non c'è nemmeno molto delle Highlands, se vogliamo fare i pignoli :) dato che Dalkeith è nei pressi di Edimburgo.

mercoledì 20 aprile 2011

memorie di Adriano


Grande libro. La ricostruzione "romanzata" (per quanto basata su fonti storiche) della biografia di un grande imperatore sotto forma delle "memorie" dell'uomo Adriano, giunto al tramonto della propria esistenza. Mi spiace non essere purtroppo riuscita a godermelo appieno poiché mi mancavano le adeguate conoscenze storiche, alcune perse per strada durante gli anni e alcune mai avute (perché mai studiate). Ad ogni modo una lettura che mi ha avvinta, pagina dopo pagina, e che si è rivelata sorprendemente coinvolgente.

Fra gli aspetti che mi hanno stupita di più, vi è la sensazione di attualità percepita durante la narrazione, e poi lo scoprire (leggendo la parte dei "Taccuini di appunti" a fine volume) che la Yourcenar aveva concepito e cominciato a scrivere questo libro quand'era poco più che ventenne. Certo, poi ha abbandonato la prima stesura e ciò che ci troviamo noi fra le mani è sicuramente frutto di riscritture e rielaborazioni (magari anche radicali) avvenute molti anni dopo, ma è davvero stupefacente come una giovane donna sia riuscita a rendere così fedelmente il pensiero di un uomo, simbolo del Potere, con numerose primavere alle spalle, vissuto quasi duemila anni prima.

mercoledì 6 aprile 2011

su una panchina del parco


Soddisfatta della pausa pranzo odierna: abbandonate le colleghe in spedizione shopping, mi sono spaparanzata su una bella panchina nel parco, non troppo al sole, non troppo all'ombra.
Un semplice panino e il mio libro di questi giorni mi hanno fatto compagnia per l'ora che avevo a disposizione. E poi ogni tanto mi distraevo con l'osservazione dei tanti cagnoloni a spasso e dei loro padroni, mentre dall'angolo con il parco-giochi giungevano le voci continue dei bambini delle scuole elementari.

lunedì 4 aprile 2011

le mostre alle OGR

Come già detto, in questo periodo a Torino è tutto un pullulare di mostre, un fiorire di eventi legati al 150° anniversario dell'Unità d'Italia.

Nel weekend sono andata alle OGR a visitare una mostra che mi ha davvero sorpresa, mi è piaciuta molto e consiglio caldamente a chiunque si trovi a fare un salto qui a Torino nei prossimi mesi.

Innanzitutto partiamo dagli spazi che la ospitano: le OGR, acronimo che indica le Officine Grandi Riparazioni.
Si tratta di un magnifico esempio di archeologia industriale inserito nella zona semi-centrale della città, 190mila metri quadrati di imponenti capannoni (con navate lunghe sino a 200 metri) in cui si revisionavano e riparavano locomotive e carrozze ferroviarie. Le OGR sono rimaste in funzione sino agli anni '70 del Novecento e definitivamente abbandonate alla fine degli anni '90. Un luogo già pittoresco di per sé, che non mi era mai capitato di visitare all'interno. Questa è infatti la prima volta che le OGR vengono ri-utilizzate per l'allestimento di uno spazio espositivo.

Nelle OGR sono ospitate, sino al prossimo autunno, tre grandi mostre che fanno parte degli eventi per "Italia 150": "Fare gli italiani", "Stazione futuro" e "Il futuro nelle mani".

Fare gli italiani. 150 anni di storia italiana.
Dal 17 marzo al 20 novembre 2011


I protagonisti della mostra sono gli Italiani, considerati di volta in volta nei loro aspetti di diversità, nella pluralità dei loro volti e delle loro tradizioni, ma anche in tutte quelle fasi che li hanno visti avvicinarsi e unirsi in un sentimento di comune appartenenza. Un percorso che riflette sul lungo processo di formazione dell’identità nazionale, con un grande allestimento multimediale di 10.000 mq che segue le tappe fondamentali della vicenda unitaria con due criteri narrativi paralleli. Uno cronologico, l’altro tematico.
Un percorso lungo 150 anni durante il quale “siamo diventati italiani”.


Nel percorso espositivo, i momenti più significativi vissuti dall’Italia unita sono raccontati all’interno di 13 isole tematiche, che consentono al visitatore di acquisire una visione complessa e profonda dei movimenti, meccanismi e fenomeni di lungo periodo che hanno condizionato la storia del Paese. Tra queste: il mondo contadino, la scuola, la Chiesa, i movimenti migratori, la prima guerra mondiale, la seconda, i partiti di massa, la mafia, l’industria e, ancora, i consumi, i trasporti, i mezzi di comunicazione di massa: dapprima i quotidiani e i periodici, e poi la radio e la televisione, i vettori che più di tutti hanno saputo raggiungere i diversi strati della società italiana. Veicoli di cultura, intrattenimento, informazione e talvolta di omologazione, hanno contribuito in maniera decisiva allo sviluppo di un retroterra comune di conoscenze e di un immaginario condiviso.


I 150 anni dell’Unità d’Italia sono rappresentati attraverso una pluralità di strumenti, narrazioni e linguaggi, anche con il supporto di filmati interattivi e apparati multimediali. Veri e propri scenari teatrali, all'interno dei quali si cammina e si partecipa.

Stazione futuro. Qui si rifà l'Italia
Dal 17 marzo al 20 novembre 2011


La mostra è un viaggio che prende avvio nel presente e che conduce a guardare l’Italia di domani, quella che saremo, e anche quella che vorremmo, attraverso le idee che già oggi sono sul territorio e che entreranno a far parte della nostra vita nei prossimi dieci anni. Perché il futuro non è utopia, idealismo o fantascienza, ma è fatto dalle tante piccole e grandi storie di chi lavora ogni giorno.

Il cuore della mostra è costituito dalle idee, dai prototipi, dai prodotti, dai processi che rappresentano la migliore espressione della creatività e dell’innovazione italiana. Provengono da istituzioni pubbliche, dai centri di ricerca privati, delle grandi aziende e dai singoli inventori, e sono raccolti in aree tematiche individuate sulla base di una valutazione dei perni attorno ai quali girerà il cambiamento locale e globale nei prossimi dieci anni: energia, protezione del territorio, rifiuti, chimica, tessile, mobilità, casa, cibo e salute, comunicazione, lavoro, robotica e spazio.