martedì 25 gennaio 2011

le mie vicissitudini con anna karenina

Mi sto dedicando alla lettura di Anna Karenina. Per ora mi trovo quasi alla fine della seconda parte. Forse la mole del romanzo può spaventare un po', ma io sono rimasta piacevolmente sorpresa di trovarlo molto scorrevole e leggibile (almeno per ora): i capitoli sono molto brevi e le scene si alternano fra le vicende di Stiva, Dolly, Levin, Kitty, Anna, Vronskij e tutti gli altri personaggi.

Ecco, avevo appena letto la tragica e toccante scena di Vronskij (Dio, quanto lo sto già odiando e sono appena a un quarto del libro!) e della cavalla Frou-Frou, quando mi accorgo che, sul volume che tengo fra le mani, dopo pagina 192 viene di nuovo pagina 129. Guardo, riguardo, mi riaggiusto gli occhiali, riguardo ancora, ma è proprio così, non ho le traveggole; scorro con la mano le pagine, arrivo nuovamente a un secondo punto dove incontro di nuovo pagina 192, e dopo questa la pagina 257. Il classico errore della tipografia, per cui nella rilegatura il mio volume ha un doppio sedicesimo pagg.129-192, ma gli manca quello delle pagg.193-256.

Mi sono immediatamente ricordata che era una cosa simile a quella successa al Lettore in "Se una notte d'inverno un viaggiatore" di Calvino, che - guarda caso - avevo finito di leggere una quindicina di giorni fa, per cui mi sono anche un po' sentita come in un proseguimento di "quella" narrazione...

Potete ben immaginare quale sia stato il mio disappunto, soprattutto perché ho dovuto interrompere la lettura proprio in un momento topico in cui il bravo Tolstoj mi aveva quasi portata ad una lacrimuccia per la povera Frou-Frou.

Se si fosse trattato di un'edizione acquistata di recente, oggi mi sarei recata in libreria per farmi sostituire la copia, ma purtroppo si trattava di un'edizione mammut Newton Compton che ho lasciato per circa 15 anni a prendere polvere in libreria, prima di decidermi finalmente a leggerla.
Ne ho recuperata un'edizione digitale dal Progetto Manuzio, ma da brava bibliofila non potevo rinunciare anche a un'edizione cartacea che fosse completa, per cui stasera sono passata a comprarmene un'altra copia (Oscar Mondadori).

Comunque non è la prima volta che mi succede questo fastidioso inconveniente degli errori di rilegatura/stampa, tutt'altro. E' cominciato quand'ero piccolina con il mio amatissimo "Il grande libro della natura", che aveva una quindicina di pagine che alternavano facciate bianche a quelle stampate; poi ne ho avuto un altro esempio con l'antologia del biennio delle superiori, dove mancava un'intero sedicesimo di pagine; e poi nuovamente con i "Racconti" di Poe (sempre della Newton Compton, sarà un vizio?) che avevano diverse pagine bianche. E a voi è mai capitato?

domenica 23 gennaio 2011

the vampire diaries


La premessa è che io non ho mai letto i libri di Lisa Jane Smith a cui questa serie tv si ispira, e nemmeno ho intenzione di farlo :) Per questo non so esattamente come e quanto il telefilm si discosti dai libri, ma - leggendo qua e là sul web - pare che lo faccia abbastanza, sia per l'aspetto della protagonista Helena e di alcuni altri personaggi, sia per il passato dei due fratelli vampiri.

Ad ogni modo, la parte iniziale della prima stagione di "The vampire diaries" tutto subito mi è sembrata il classico telefilm per adolescenti, con le solite storielle inconcludenti fra liceali, in questo caso condite dall'ormai abusato ingrediente "ci sono due vampiri (fighi) in incognito". Ma, nonostante io abbia praticamente il doppio dell'età del target di riferimento, ho continuato a guardarmi le puntate principalmente per lustrarmi la vista con i due fratelli Salvatore, Damon e Stephen: occhi da urlo uno, e corpo da infarto l'altro :)
Poi, più o meno dopo la metà degli episodi, la storia ha cominciato ad avere qualche barlume di interesse: sono saltati fuori altri vampiri, si è cominciata ad avere qualche spiegazione in più sulla storia cominciata nel 1864 e sul coinvolgimento delle famiglie dei fondatori della città, Helena ha scoperto che la sua nascita nascondeva qualche mistero di cui lei non sapeva nulla, Stephen ha mostrato una parte più cupa della sua natura, così come Damon si è dimostrato più sensibile ed "umano". In pratica, è diventato un telefilm interessante e piacevole da guardare, anche per gli spettatori maggiorenni...


Nel frattempo, Italia Uno aveva deciso tranquillamente di interrompere il telefilm a metà dopo la dodicesima puntata lasciando a bocca asciutta i pochi sfigati spettatori che, come me, non si erano ancora visti la serie su Premium o scaricandosela da Internet. Questo perché a suo dire aveva pochi ascolti - eccicredo, se il telefilm già lo passano prima sul canale a pagamento, e poi in chiaro ne programmano 3 puntate a botta, senza pubblicizzarlo granché... non può mica fare milioni e milioni di audience... Evidentemente però il canale dev'essere stato subissato di proteste, perché la settimana seguente il telefilm è stato riprogrammato come se nulla fosse stato, e adesso deo gratias riusciremo a vedercelo sino all'ultima puntata. Considerando tutte le puttanate che Italia Uno trasmette di solito in prima serata (escludendo Dr.House e Grey's Anatomy), in confronto questo telefilm è oro colato, ed era davvero ridicolo che avessero deciso di cancellarlo.

giovedì 20 gennaio 2011

piccoli odii mattutini

Piccoli odii mattutini per cominciare bene la giornata:

- il ghiaccio scivoloso in cortile
- la tessera microchip dell'abbonamento alla metropolitana che mi dava sempre lucetta rossa e che mi ha costretta a passare accodandomi dietro un'altra signora come una ladra (perché ovviamente quando serve non c'è mai nessuno degli addetti a cui rivolgersi)
- la tizia sedutasi accanto a me in metro, che aveva evidentemente fumato l'impossibile prima di entrare in carrozza, e che puzzava di fumo come una ciminiera (trasmettendo anche parte della sua puzza sui miei capelli appena lavati, grr...)
- il collega appena rientrato dall'influenza, che ci ha deliziati con racconti dettagliati di come ha passato gli scorsi giorni nella sua salle de bain
- l'altra collega a cui ho fatto usare il computer per 30 secondi ed è riuscita a scollegarmi subito dalla rete cliccando su un'icona che non doveva usare...

E non siamo ancora arrivati a metà giornata...

venerdì 14 gennaio 2011

saldi tentatori

Mi ero ripromessa che con i saldi di quest'anno non avrei comprato nulla, anche perché in questo momento non mi serve davvero nulla di particolare, anzi ho l'armadio strapieno. Ma a una settimana buona dall'inizio dei saldi, sono già capitolata senza speranza di redenzione:

- pigiama 19,90 9,95 euro
- pantaloni pigiama a righe 14,90 7,45 euro
- borsa 1 in stoffa 29,90 20,90 euro (già puntata prima di Natale, purtroppo l'hanno scontata solo del 30%)
- jeans 49,90 24,97 euro (incontrati per puro caso, ma già indossati 2 giorni e sono molto soddisfatta: buon acquisto perché vestono molto bene e sono comodi)
- borsa 2 in finta pelle scamoscio a tracolla 39,00 19,50 euro (non preventivata, ma comprata perché non troppo grande e con tante tasche)
- portafoglio 12,90 9,00 euro (questo perché devo fare un regalo di compleanno a un'amica in questi giorni)
- giaccone 50,00 40,00 euro (questo davvero non mi serviva ma non sono riuscita a dirgli di no)
- t-shirt 12,90 7,75 euro
- t-shirt manica lunga con disegno simpatico 12,90 6,45 euro

Di quest'ultima devo assolutamente farvi vedere la foto (è un po' impegnativa da indossare, lo so bene :) ma mi sono assicurata di poter scucire senza danni il mega-fiocco).


Ridendo e scherzando i miei 150 euro di spesa li ho fatti: adesso mi riprometto di nuovo di tenere il borsellino chiuso, se non in casi di estrema necessità. Vedremo se stavolta riuscirò a non soccombere alle tentazioni...

giovedì 13 gennaio 2011

premio


Ringrazio moltissimo Francesca D. che mi ha inserita nella sua rosa di blog premiati con il Sunshine Award. Il suo blog è nato da poco ma lo trovo già molto carino ed interessante.

Adesso a mia volta devo assegnare questo premio ad altri blog che normalmente seguo.
Le regole sono:
1) Ringraziare coloro che ci hanno premiato.
2) Scrivere un post per il premio
3) Passarlo a 12 blog che riteniamo meritevoli
4) Inserire il link di ciascuno dei blog che abbiamo scelto
5) Dirlo ai premiati

Non è un compito facile :) e in più non mi trovo mai con il tempo sufficiente a disposizione (quello di cui avrei bisogno) per leggere in modo regolare i vari post dei blog che seguo. Mi piacerebbe riuscire a frequentarli tutti un po' di più... Comunque il mio elenco alla fine è il seguente:

1) Meraviglie della Scozia
2) Reader gone Wild(e)
3) Dannati danni
4) Georgiana's garden
5) The book lover
6) L'arte dello scrivere, forse
7) Cipria e merletti
8) La iena (era) sotto i mulini
9) Tanto per...
10) La susina on the rocks
11) Laddove i pensieri sono confusi
12) Jane Austen today

martedì 11 gennaio 2011

i film di audrey hepburn/1

Nei giorni scorsi mi sono letta una biografia di Audrey Hepburn, e sono tuttora alle prese con un secondo libro sullo stesso argomento (se troverò un po' di tempo, potrei anche parlarne), e così mi è venuto il desiderio di darmi alla visione di un po' di vecchi film di Audrey, alcuni già visti e altri non ancora. Naturalmente mi ci vorrà un po' di tempo; per ora ho cominciato con questi due...

Vacanze romane (1953)
Trama: la principessa Anna è impegnata in una serie di visite ufficiali nelle capitali europee. Insofferente all'etichetta e alle costrizioni che il suo ruolo le impone, giunta a Roma decide di scappare a visitare la città come una turista qualunque. Nel suo girovagare incontra Joe, un reporter americano che non trova una buona storia da tempo. Lui pensa di sfruttare l'occasione per uno scoop, ma a poco a poco si innamora di lei.

Avevo già visto Vacanze romane diversi anni fa e adesso ho scelto proprio questo titolo per partire con questa mini full-immersion nell'opera omnia della Hepburn, sia perché è stato il suo primo vero film, sia perché lo ricordo con molto piacere...




Pur trattandosi di un film che ha ormai sessant'anni, Vacanze romane continua ad essere sorprendentemente fresco e divertente, con momenti ironici, commoventi e anche romantici.

Sin da quando ero piccola Gregory Peck mi piaceva tantissimo, e in questa pellicola lo ritrovo esattamente come me lo ricordavo, alto, scuro e gentile.

Grazie ai contenuti extra del dvd, son venuta a sapere che la scena della Bocca della Verità - una fra quelle che trovo più deliziose ed emozionanti - è nata dietro idea di Peck stesso, che la propose al regista (William Wyler), il quale fu subito d'accordo ma non la illustrò alla Hepburn; la scena venne girata una volta sola, e la reazione spaventata della principessa Anna quando Joe tira fuori la mano, nascosta nella manica, fu davvero naturale, spontanea e non recitata :)

Un film adorabile, che mi riguarderò presto anche nella versione in lingua originale.



Cenerentola a Parigi (1956)
Trama: Quando la direttrice di una rivista di moda e il suo fotografo di punta Dick Avery trovano in una libreria il set perfetto per la loro prossima sessione fotografica, Dick scopre il volto unico della libraia e filosofa dilettante Jo Stockton. Trascinata a Parigi, Jo diventa una modella di successo... e si rende conto di essere innamorata del fotografo che per primo ha notato il suo volto così particolare e luminoso.

Il titolo originale di Cenerentola a Parigi è Funny Face, ma questo è uno dei rari casi dove, secondo me, entrambi i titoli - per quanto lontani fra loro - sono entrambi calzanti (anzi, forse quello italiano è addirittura più pertinente di quello originale... io non trovo che il personaggio della Hepburn avesse poi un viso così ridicolo!)




Il film è carino, molto colorato, e in alcuni punti anche piuttosto divertente, ma soffre di una pecca comune a tante altre pellicole interpretate dalla Hepburn: non riesco a trovare credibile l'innamoramento del suo personaggio per un partner maschile tanto vecchio da poter quasi essere suo nonno, nonché privo di particolare fascino (almeno secondo me... nella fattispecie mi sto riferendo a Fred Astaire, che sarà anche stato un gran ballerino ai suoi tempi, ma non mi risulta che fosse un sex-symbol, nulla di paragonabile - che so - a un Sean Connery odierno, tanto per fare un esempio più vicino a noi...)

La Hepburn qui balla e canta, due attività - soprattutto il ballo - che aveva studiato e praticato prima di diventare attrice, e dove quindi se la cava.
Un personaggio che ho trovato piuttosto divertente e simpatico è quello della direttrice della rivista "Quality", quasi una sorta di Miranda Pristley ante-litteram, ma dal cuore più umano.

E poi sullo sfondo c'è Parigi, nella sua classica immagine stereotipata da cartolina, con i monumenti, i café e gli atelier di moda. Gli abiti parigini di questo film sono tutte creazioni di Hubert de Givenchy, lo stilista con cui Audrey Hepburn stabilì una vera e propria relazione di amicizia, oltre che professionale, durata per tutta la sua vita; ebbene, questi abiti sono anch'essi veri e propri protagonisti sulla scena, e nonostante abbiano oltre 50 anni continuano a stupire per il loro stile e per la loro eleganza senza tempo.

sabato 8 gennaio 2011

bright star


A thing of beauty is a joy for ever.
Una cosa bella è una gioia per sempre è il primo verso dell'Endimione, uno dei primi lavori di John Keats. Tutta la poesia di Keats ruota intorno al tema della bellezza, ed è intrisa di dolore e commozione. Nella breve vita del poeta i dolori infatti non mancarono: la morte del giovane fratello, l'infelice e ardente passione per Fanny Brawne, la tisi.
Per tentare di guarire, Keats si recò in Italia alla fine del 1820, ma morì nel febbraio dell'anno successivo a Roma - dove è sepolto nel Cimitero degli Inglesi - a soli 25 anni.

"Bright star", diretto da Jane Campion, racconta proprio lo sbocciare e l'evolversi della storia fra Keats e Fanny, una storia complicata da diversi ostacoli imposti dalla società circostante, e soprattutto dalla mancanza di mezzi del poeta stesso.

La fotografia è molto suggestiva e curata, fra interni di campagna e campi fioriti disseminati di giunchiglie e iris; i costumi sono ben fatti e fantasiosi (non per niente Fanny crea abiti - anche se alcuni suoi modelli e cappellini, soprattutto quelli ad inizio pellicola, non mi piacciono granché...); i riferimenti alle opere del poeta sono innumerevoli.

Il film scorre però in maniera abbastanza lenta, e io ho paura di averlo guardato in una serata in cui ero già un po' stanca di mio (e avrei invece avuto bisogno di qualcosa di più "sprintoso" per resistere), e di non averlo apprezzato quanto mi sarebbe piaciuto. Proverò a riguardarlo nel prossimo futuro (visto che mi ero addirittura lanciata a comprare il dvd), e spero che per allora la fulgida stella si mostri più brillante rispetto alla prima visione...


Bright star, would I were stedfast as thou art -
Not in lone splendour hung aloft the night,
And watching, with eternal lids apart,
Like nature's patient, sleepless Eremite,
The moving waters at their priestlike task
Of pure ablution round earth's human shores,
Or gazing on the new soft-fallen mask
Of snow upon the mountains and the moors -
No - yet still stedfast, still unchangeable,
Pillow'd upon my fair love's ripening breast,
To feel for ever its soft fall and swell,
Awake for ever in a sweet unrest,
Still, still to hear her tender-taken breath,
And so live ever - or else swoon to death.

mercoledì 5 gennaio 2011

la maestrina gallese


Scrittrice di successo e vincitrice di numerosi premi letterari, Mary Balogh è cresciuta nel Galles, terra di mare e montagne, ballate e leggende.
Trasferitasi in Canada per insegnare, vi ha conosciuto l'eroe romantico della sua vita, il marito Robert, ma anche la propria vocazione alla scrittura, in cui dà sfogo alla propria vivida immaginazione.
Ha venduto oltre tre milioni di copie di romanzi storici, sempre caratterizzati da un lieto fine in cui si celebra la forza dell'amore.

Questa è la presentazione ufficiale che compare in fondo alle traduzioni italiane dei suoi romanzi.

La Balogh è un'autrice che mi piace molto. I suoi personaggi sono sempre delle persone vere. Nei suoi romanzi non troviamo mai la classica fanciulla ingenua e il bel damerino di turno, ma eroi ed eroine pieni di carattere, che a volte hanno dovuto subire le asperità della vita.
Così, ad esempio, è possibile che l'eroina sia una nobile decaduta costretta a prostituirsi, cosi' come una vedova, oppure una maestra di scuola, oppure una giovane di buona famiglia che accetta carte blanche da un duca...
E l'eroe può essere un libertino impenitente, cosi' come un duca esteriormente freddo e controllato, oppure uno spensierato dandy oppure un ufficiale ferito a Waterloo...

La Balogh non è mai banale nella resa dei suoi personaggi: li cesella, li lavora con passione e mestiere, li rende vividi ed efficaci; l'autrice ha questa capacità, non comune, di tratteggiare personaggi, soprattutto femminili, così spontanei e veri da sembrare reali e vicini a noi, pur appartenendo a epoche completamente diverse!
Fra le sue figure femminili ci sono sia eroine più pacate, sia donne forti e straordinarie, come ad esempio la Sian di "Passione proibita", ambientato nel Galles dei minatori nell'Ottocento.

E il bello è che, a mio parere, nonostante abbia all'attivo circa una novantina di titoli, la Balogh non si ripete mai, non è mai scontata né banale, ma riesce ad essere sempre originale.
Il suo stile è magistralmente capace di descrivere atmosfere e personaggi - soprattutto la Balogh è una maestra nel far percepire l'animo dei suoi personaggi, entrandovi in punta di piedi, delicatamente ma intensamente allo stesso tempo.