mercoledì 31 agosto 2011

time is running

Questa qua è Frances Bean… la figlia di Kurt Cobain.
(e pensare che io me la ricordavo nelle foto dov’era bimbettina piccina piccina.. madò quanto tempo è passato: sembra ieri quando i Nirvana c'erano ancora, invece son già passati più di diciassette anni da quando Kurt Cobain è morto!)

lunedì 29 agosto 2011

un'ottima annata


Sarà anche interpretato da Russell Crowe, e sarà anche ambientato in un posto bellissimo e shabby chic come un casale provenzale nel Luberon, però questo film è molto prevedibile e anche discretamente lento. Vabbè, in quanto al "lento" forse ripropone i tempi un po' pigri e dilatati che lo stereotipo attribuisce alla Provenza. Concediamoglielo. Per il resto però lo svolgimento della storia è più che ovvio già dal principio.

Max Skinner è un broker londinese, spietato e cinico, che vive solo per il suo lavoro. Quando viene a conoscenza di aver ereditato dallo zio il casale in Provenza (con vigna annessa) nel quale da bambino aveva passato con lui tutte le estati, la prima cosa a cui pensa è come venderlo e farne dei soldi, con l'appoggio di un agente immobiliare suo amico.
A causa di un'operazione in borsa piuttosto spregiudicata, Max si trova sospeso dall'ufficio di Londra per alcuni giorni, e li trascorre nel casale. Verrà di nuovo in contatto con la coppia di contadini che ha lavorato per anni la vigna, scoprirà di avere una cugina di cui nessuno conosceva l'esistenza (e che avrebbe quindi diritto ad ereditare la proprietà al posto suo), e conoscerà Fanny, una bella francese che in realtà aveva già conosciuto da bambino.

Fra i numerosi ricordi infantili e dello zio Henry che lo riassaliranno, alla fine Max riscoprirà la propria anima, e si renderà conto che per lui è possibile una vita a un ritmo completamente diverso da quello tenuto sino a quel momento. Ta-ta-ta, e vissero tutti felici e contenti, brindando con una scorta di vinello preziosissimo trovato nel frattempo in cantina ;)
E' un film carino, per carità, ha una bella fotografia e attori "giusti" e affascinanti, ma come ho detto ha uno svolgimento piuttosto ovvio e scontato.

venerdì 26 agosto 2011

il museo delle borse

Chiunque si rechi ad Amsterdam e abbia intenzione di visitare almeno un paio di musei, sappia che gli conviene senza dubbio acquistare la tessera I-Amsterdam Card, che gli consentirà di entrare gratis in un sacco di musei, viaggiare sui mezzi pubblici e anche fare un viaggio in battello sui canali. Bè, gratis relativamente, visto che la tessera si paga abbastanza, però un utilizzo accorto e un minimo di programmazione permettono di ammortizzarne ampiamente il costo.

Ad esempio, nel mio recente soggiorno, ho fatto la tessera da 3 giorni, pagandola 59 euro, e sono riuscita ad infilarci dentro visite e compagnia bella per almeno 150 euro. Ne ho coperto largamente il costo, e sono andata a visitare anche luoghi nei quali molto probabilmente a biglietto pieno non avrei neanche pensato di entrare.

Non rientra però in questa categoria il Museum of Bag and Purses (TassenMuseum), che ero curiosissima di visitare sin da quando ero venuta a sapere della sua esistenza. Tre piani di borse e borsellini dal Medioevo ad oggi, esposti in vetrine suddivise per epoca e per tipologia. Ad esempio le borsette in stoffa, quelle in strass, quelle di plastica, quelle in vimini, quelle con le perline, quelle in avorio, quelle di metallo, quelle di pelle (e quante tipologie ne esistono! Non l'avrei mai detto... povero armadillo finito "imborsettato"!). Borsette nelle foggie più strane (telefoni, barche, cupcakes, animali), borsette moderne firmate dai vari stilisti, oppure indossate da Madonna o da Sarah Jessica Parker.
Bauli e valigie, reticoli e scarselle, borsette antiche che si portavano di lato, sotto alle ingombranti gonne femminili, o agganciate alle calze, oppure borse maschili... un vero e proprio excursus nei secoli e nella storia del costume (ma non solo), interessante ed istruttivo, visto che c'erano anche le didascalie in inglese, oltre che in olandese.


Il museo è ospitato in un elegante edificio sull'Herengracht, uno dei canali seicenteschi di Amsterdam che ospitavano le residenze borghesi, e già di suo vale una visita. La visita comincia al terzo piano, e man mano si scende per seguire il percorso. Al primo piano vi è inoltre una deliziosa caffetteria, nonché la possibilità di accedere al giardino sul retro, nel quale ci si può riposare per un po' sulle tranquille panchine, accanto alle quali ci sono alcune piccole borsette di ferro quali elementi di arredo esterno :-) e un gatto, che quando mi sono seduta è venuto a curiosare e a chiedere un po' di attenzioni. Le toilette sono altrettanto eleganti (e pulite) e hanno anch'esse elementi decorativi che raffigurano borsette...


Nello shop del museo ci ho passato un altro buon quarto d'ora, e mi sono trattenuta dal compiere spese folli, anche se è stato difficile visto che era pieno di tentazioni (soprattutto i portaocchiali a forma di borsetta con i manici)!

che delusione!

Voi cosa pensereste di trovare nella filiale di Amsterdam dell'Hermitage? Io credevo innanzitutto di trovarci una bella selezione di opere, magari di quelle normalmente conservate nei magazzini di San Pietroburgo, e magari esposte qui ad Amsterdam a rotazione (una selezione comunque corposa, data la quantità enorme di opere che deve possedere il museo).

E poi, visto che veniva pubblicizzata una mostra sulle icone russe, supponevo che quest'ultima fosse una mostra temporanea, accanto all'esibizione permamente.

Ecco, mi sbagliavo in pieno, perché non esiste alcuna collezione permanente in questo Hermitage.
Dopo aver visitato le icone (e venti minuti mi son stati più che sufficienti) l'ho cercata a vuoto girando come una trottola fra i corridoi, e alla fine ho chiesto ai sorveglianti, che mi hanno risposto che non esisteva (guardandomi anche come se gli avessi chiesto una cosa assurda).

L'Hermitage di Amsterdam ospita soltanto mostre temporanee, e al di fuori di quelle non c'è nulla (escludendo un ristorante-cafè). Quindi quest'estate c'era soltanto la mostra sull'arte sacra e sulle icone russe, collocata su due piani in un'ala del complesso museale.
Il museo ha spazi grandissimi (era una ex-casa di riposo) ma vuoti, per niente sfruttati. Esistono soltanto 3 grandi stanze, affacciate sul canale, con un paio di busti e una decina di quadri in tutto, nelle quali vengono delineati i collegamenti fra Amsterdam e la Russia, fra gli Orange e i Romanov, e dove sul pavimento c'è un'interessante e curiosa riproduzione della mappa dell'Hermitage russo confrontato con quello di Amsterdam (la prima occupa tutta la stanzona, la seconda si può facilmente calpestare tutta, tanto è piccola al confronto). A parte ciò, il nulla.
Il bookshop è al pian terreno, ed è decisamente più grande dell'area espositiva stessa.

Fortunatamente ho visitato il museo gratis, avvalendomi dell'I-Amsterdam Card, altrimenti avrei dovuto spendere 15 euro per vedere principalmente corridoi e grandi spazi vuoti.

giovedì 25 agosto 2011

istantanee di viaggio

Alcuni brevi flash dei quindici giorni di vacanza fatti ad agosto, insieme a un gruppetto di amici. L'itinerario comprendeva Belgio e Olanda:

- La metro di Bruxelles, dove misteriosamente non abbiamo mai passato alcun biglietto (a parte il capolinea del 5)... boh, dev'esserci sicuramente sfuggito qualcosa;
- le indicazioni nelle stazioni della metro, che indicano visivamente dove si trovano i treni che stanno per arrivare;
- lo spettacolo serale di son et lumierè nella Grand Place di Bruxelles;
- i murales con i personaggi dei fumetti a Bruxelles;
- le sdraio di legno sul praticello davanti alla cattedrale;
- i cavatappi/souvenir kitsch con le sembianze del bambinetto pisciarolo di Bruxelles (e non c'è bisogno che spieghi dov'è collocata la vite per cavare il tappo);
- le infinite birre aromatizzate del Belgio (che profumi!);
- le gauffres con la panna e le fragole;
- i cartocci di patatine fritte due volte;
- il merchandising onnipresente legato ai Puffi (sta per uscire anche in Italia il film 3D su di loro: prepariamoci all'invasione...);
- i bellissimi frontoni delle case, ciascuno diverso dagli altri;
- il sottopasso stradale a due carreggiate che sbuca in maniera inaspettata nel parco del Cinquantenario di Bruxelles;
- il labrador affacciato sul canale a Bruges, con il suo cuscino sul davanzale;
- le architetture modernissime di Rotterdam, e le statue molto particolari nelle sue strade;
- le stupefacenti case cubo (che ho intenzione di raccontarvi meglio);
- gli orari impossibili: chiude tutto alle 17 (musei, negozi, uffici, etc...);
- i crackers con il ripieno alla frutta (li voglio anche in Italia!);
- le piste ciclabili dappertutto (dove purtroppo sfrecciano anche i motorini);
- le scanalature in corrispondenza degli scalini, per far salire e scendere le bici;
- le case/torri/campanili inclinati e pendenti (la nostra torre di Pisa è in buona compagnia);
- il parcheggio sotterraneo con la stretta rampa a spirale a Delft (brr!! che paura per l'auto noleggiata);
- la ricerca inesausta di Luisa per uno Starbucks in cui comprare le tazze;
- le papere che a Kinderdijk hanno condiviso il pasto con noi (e l'insalata con Claudia!);
- la coda lunghissima al museo di Van Gogh (ma grazie alla I-Amsterdam Card in 5 minuti noi siamo entrati);
- i quadri inesistenti della filiale Hermitage di Amsterdam (delusione!);
- i tram di Amsterdam, dove bisogna fare check-in e check-out con la tessera;
- le farfalle con le ali trasparenti al giardino botanico di Amsterdam;
- la mise della signora Annette quando Claudia le ha bussato in stanza al mattino perché l'acqua calda non veniva più;
- le toilette (gratuite) nelle chiese (protestanti) a due passi dai vari altari e mausolei;
- il museo della scienza e tecnica per i bambini, con la sezione a luci rosse under-18;
- la Hertz di Amsterdam che ci ha fatto parcheggiare le auto per tre giorni a una cifra simbolica;
- il vento gelido del primo giorno ad Amsterdam!
- il museo delle borse e dei borsellini: bello!
- lo stamppot (smashed potatoes con indivia e due grandi polpette di carne): buonissimo!
- Marco, l'amico di Elisabetta che vive ad Amsterdam da 4 anni e che ci ha portato nel mulino-birreria, nel ristorante tipico (del Suriname!) e ci ha raccontato com'è la vita ad Amsterdam (e che, ad esempio, ogni 30 anni bisogna rifare tutte le fondamenta alle abitazioni);
- le caramelle alla menta col faccione della regina Wilhelmina, che ci offrivano sempre con il conto alla fine della cena, nei vari posti in cui abbiamo mangiato in Olanda;
- la spazzolona contro cui le mucche si strusciavano, nella loro stalla, alla fattoria di Goudriaan;
- la fanfara delle oche al parco di Hoge Veluwe;
- la stazione ferroviaria di Anversa con i treni su tre livelli.

mercoledì 24 agosto 2011

pillole di economia

Nonostante quanto studiato a scuola, mi convinco ogni giorno di più che l'economia sia una scienza creativa. Quando leggo le discussioni attualmente in corso sulla manovra finanziaria mi chiedo se i vari onorevoli e tecnici ci sono o ci fanno...

I soldi vanno trovati: qualcuno deve tirarli fuori. Ma il cosiddetto contributo di solidarietà, previsto per i redditi al di sopra dei 90mila euro l'anno, non piace perché andrebbe a pesare sul ceto medio. Sono quasi certa che lo toglieranno e spalmeranno l'importo sui soliti noti (pensionati e dipendenti "normali").

Ceto medio??? Sopra i 90mila euro annui??? Scusate ma non ho capito bene!!
Uno stipendio simile equivale a un lordo mensile di 6500-7000 euro. Mi sembra che i fortunati detentori siano sufficientemente carrozzati per poter sostenere un'imposta del genere (che comunque sarebbe applicata soltanto sull'importo eccedente i 90mila). Ma tanto so benissimo che di questo contributo non se ne farà niente, e che quest'importo verrà invece preso, in tante piccole dosi, da chi deve barcamenarsi con i piccoli stipendietti/pensioni che se arrivano a 1000/1500 euro al mese sono già fortunati!
La solidarietà dei ricchi va bene, ma solo a parole, s'intende...

Altra genialata. Il paese è in ristagno e non cresce. Bene. Per risolvere l'intoppo si propone di aumentare l'Iva, anche di 1-2 punti percentuali: meglio abbondare, visto che ci siamo...
E' chiarissimo che se i prezzi vengono aumentati, la gente acquisterà di più, no? Ma ci credono davvero a quello che dicono? Tanto siamo in un periodo di vacche grasse, e i consumatori finali (come al solito) saranno gli unici che risentiranno di quest'imposta. E che non mi si venga a dire che l'aumento sarebbe soltanto per le aliquote sui beni di lusso, perché sarebbe una cazzata: i beni di lusso avrebbero l'imposta indetraibile, ma nel frattempo sarebbero colpiti tutti quanti dall'aumento.

Ma, realmente, sono DEFICIENTI al governo? E quelli che sostengono queste trovate? Il buon senso è davvero andato a farsi benedire in questo paese disgraziato? O magari è solo che i politici sono egoisti e menefreghisti, e non hanno davvero più a cuore il bene della cosa pubblica, ormai da tempo?

lunedì 22 agosto 2011

tempistica sbagliata

Se penso che circa dieci giorni fa mi sono comprata un cappellino di lana, uno di quelli in stile peruviano che coprono anche le orecchie, tanto era il freddo che le mie orecchie stavano patendo, a causa del vento gelido, mi sembra quasi impossibile...
Oggi infatti sono qui che mi sto squagliando, con una temperatura reale di almeno 38-40 gradi e quella percepita decisamente più alta. Dieci giorni fa mi trovavo effettivamente in un altro mondo: ero ad Amsterdam in vacanza, e qualcosa mi dice che ho toppato di brutto il periodo giusto. Allora là faceva proprio freschetto (ho sempre girato con t-shirt, maglioncino e k-way perennemente addosso), mentre qui a casa mi si raccontava telefonicamente di piacevoli 25 gradi: il clima ideale in cui mi sarebbe piaciuto stare. E adesso invece qui si sciòpa dal caldo, e suppongo che invece in Olanda ci si trovi più al calduccio di prima...
Quest'anno ho decisamente imbroccato male le settimane di vacanza...