mercoledì 15 aprile 2015

obsession in death

Sono gli ultimi giorni del 2060. Il tenente Eve Dallas del NYPDS negli ultimi due anni ha risolto numerosi omicidi di alto profilo, e ha ricevuto molta attenzione da parte dei media. Lei e Roarke, il suo marito multimilionario, si sono ormai abituati ad essere oggetto di attenzione e pettegolezzi da parte del grande pubblico.
Ma stavolta Eve è diventata l'oggetto dell'ossessione di una persona. Di qualcuno che la trova straordinaria, e pensa a lei in ogni momento della giornata. Qualcuno che pensa che loro due abbiano un rapporto speciale, e che ucciderebbe per lei, ancora ed ancora.
Un'aggressiva avvocatessa della difesa, che era stata avversaria di Eve in aula, è la prima vittima, e purtroppo non è l'ultima. Il messaggio lasciato per Eve sulla scena del delitto le fa venire i brividi (l'assassino si definisce un "suo fedele e leale amico"), ma lei rifiuta di passare l'indagine ad altri. Con un assassino pronto a leggere significati reconditi in ogni sua più piccola mossa, portare avanti le indagini su questo caso sarà una danza psicologica, delicata e pericolosa.

Premetto che l'idea di un assassino alla Dexter, che agisce per punire i "cattivi" dove la giustizia ha le mani legate, non era affatto malaccio. Anche all'inizio di questo libro, ci intravedevo del potenziale. Però poi questo schema qui viene sprecato, soprattutto quando si capisce che questo angelo vendicatore non è un lucido (per quanto folle) individuo con manie di onnipotenza, ma una povera sfigata che si sente incompresa da tutto il mondo, e che trova (a suo parere) in Eve un modello a cui rifarsi. Quindi non ho trovato ben costruita la figura dell'antagonista di Eve: con un villain diverso e di maggior spessore ne poteva venire fuori un libro con più mordente.

Nel complesso è stato più interessante leggere delle varie interazioni fra Eve e la sua cerchia: Nadine, Summerset, Mavis, Mira e Peabody (e Roarke, naturalmente), rispetto alla parte di indagine vera e propria.
In questo libro ci sono molti riferimenti a casi trattati da Eve nel corso dei due anni precedenti, tutti casi trattati nei romanzi precedenti della serie. E' grave che non me ne ricordassi praticamente più nessuno?

venerdì 10 aprile 2015

song of the sea

Irlanda/Lussemburgo/Belgio/Francia/Danimarca, 2014
Regia: Tomm Moore
Il piccolo Ben, che vive in un faro su un isolotto presso la costa irlandese, viene abbandonato dalla madre in occasione della nascita della sorellina Saoirse, e viene cresciuto dal padre.

Quando Saorsie compie sei anni, la bambina, che non ha mai parlato, trova in un baule un prezioso mantello magico, indossando il quale si trasforma magicamente in una piccola foca. Saoirse è infatti una selkie, proprio come lo era la madre, che infatti era tornata dal suo popolo. Le selkie sono figure fantastiche del folklore irlandese e scozzese, donne che si trasformano da foche in esseri umani.
Quando il padre scopre che Saoirse ha trovato il mantello, per paura di perdere anche la figlia dopo l'amata moglie, manda la bambina e il fratello a vivere in città con la nonna paterna, e getta in mare il mantello fatato.

Ai due bambini però non piace vivere in città, e durante la notte di Halloween decidono di tornare a casa al faro. Durante il viaggio, Ben e Saoirse incontrano creature dimenticate di una tradizione e di leggende che stanno scomparendo e scoprono che le canzoni di Saoirse sono la chiave per la loro sopravvivenza. Saoirse, però, non può cantare e nemmeno parlare senza il suo mantello Selkie, che il padre le ha tolto.

Inizia così una corsa contro il tempo per ritrovare il mantello, recuperarlo e salvare gli altri esseri magici come Saoirse, e Ben riuscirà coraggiosamente a comportarsi come il 'miglior fratello maggiore del mondo', proprio come aveva promesso tanti anni prima a sua madre.

Non so se questo film di animazione sia stato distribuito nelle sale cinematografiche italiane. So che è stato presentato al Sottodiciotto Film Festival di Torino, e ad un altro festival romano, ma nella programmazione delle sale normali non mi è capitato di notarlo. Io l'ho visto in lingua originale (senza sottotitoli, che non ho trovato...), per cui non so nemmeno se ne esista una versione doppiata.

E' un peccato, perché è un cartone molto bello e pieno di atmosfera. Ma a parte questo, ciò che mi ha colpito di più sono i disegni, con fondali fissi che sembrano acquerelli, a volte piatti e senza apparente prospettiva, ma molto evocativi. Sembrano le illustrazioni di un libro per bambini. Danno davvero l'idea di un tocco di magico alla storia.

domenica 5 aprile 2015

l'attesa per outlander è finita

Ci siamo, ci siamo! I sei mesi di attesa che ci hanno imposto tra le prime otto puntate e la ripresa della stagione sono finalmente arrivati al termine. A fine settembre sembrava un tempo impossibile da sopportare (è stato addirittura coniato l'hashtag #Droughtlander). E' stata durissima, ma per fortuna la produzione non ci ha lasciati da soli: ogni tanto arrivava una piccola dose di fotografie nuove, piccoli trailer, eventi a cui gli attori partecipavano e a cui seguivano vagonate di foto e filmati, tutti hanno continuato a essere presenti sui social, è stata rilasciata la colonna sonora originale con 13 meravigliosi brani strumentali. Insomma non ci hanno lasciati in astinenza completa. Si sono curati di noi.

 

Commenti alla puntata 1x09 "The Reckoning"
L'episodio è incentrato su Jamie, stavolta è accompagnato dal suo punto di vista e non da quello di Claire (e questa è già una prima bella differenza rispetto al libro). I parallelismi con l'episodio 1x01, e con la narrazione di Claire, sono davvero molto evidenti e voluti (le frasi di Claire e di Jamie cominciano praticamente allo stesso modo: strange the things you remember...) I primi minuti ci mostrano Jamie al salvataggio di sua moglie dentro Fort William, con nuove musiche di Bear McCreary che sottolineano le atmosfere di pericolo. Le note di sottofondo sono sempre protagoniste importanti, non sono mai un semplice accompagnamento. Dopo la sigla iniziale c'è poi una bellissima scena post-sigla in cui Jamie "veste" il suo kilt. Queste scene sono sempre dei piccoli gioiellini, e di solito rappresentano pienamente il senso della puntata.


Fra le varie deviazioni rispetto al libro, ci sono sia le scene con Laoghaire, sia la questione con i due zii MacKenzie, che funzionano molto bene nell'economia complessiva della puntata.

Laoghaire che si avanti con Jamie, gli chiede spiegazioni e anzi gli si offre esplicitamente è creazione dello sceneggiatore (Matt Roberts) e non della Gabaldon (in questo punto della storia), ma è perfettamente coerente, perché tutti noi, lettori e telespettatori, sappiamo che potrebbe essere andata così. La scena è sensata. Mi lascia però un po' perplessa il fatto che Jamie riconosca che è stata lei a mettere i ramoscelli di cattivo augurio, rendendosi così conto della sua inclinazione alla vendetta nei confronti di Claire. Nei libri sembrava che Jamie non ne fosse consapevole - (spoiler alert!) anche perché altrimenti non si spiegherebbe perché, dieci anni dopo, si comporti con lei nel modo che noi lettori ben sappiamo, e odiamo...


La parte di Colum e Dougal ci mostra le divergenze tra i due fratelli attraverso gli occhi di Jamie (cosa che il POV di Claire non avrebbe potuto fare), e fa emergere le qualità di leadership e diplomazia di Jamie. Rispetto al libro, Colum riconosce apertamente con Jamie che avrebbe potuto essere lui il suo successore come laird: chissà se questo avrà ripercussioni future sulla trama?

E grazie a queste qualità, Jamie riesce a risolvere anche la frattura tra lui e Claire, derivata dalla punizione che le ha dato per aver messo in pericolo buona parte del gruppo con la sua disobbedienza. Jamie è abbastanza intelligente e di larghe vedute da sapere che non vuole una moglie sottomessa, che è importante ricucire il rapporto con sua moglie, e che stavolta deve piegarsi lui. Così come non aveva fatto voto di fedeltà a Colum, giura invece lealtà a Claire, facendo voto di non alzare mai più le mani su di lei.


sabato 4 aprile 2015

valmont in versione manga

Chiho Saito, Valmont. Le relazioni pericolose, Planet Manga 
Quando ho scoperto che l'anno scorso era uscita la riduzione manga delle Relazioni pericolose non ho potuto far altro che cercarla in fumetteria. Tempo un giorno e me la sono già letta tutta (si tratta di due soli volumetti).

 

I disegni mi piacciono molto, hanno un tratto molto delicato e Valmont è davvero un gran figo.  Per essere un fumetto è un po' particolare perché tenta di trasporre un romanzo che è in buona parte epistolare, quindi ci sono delle tavole un po' verbose, rispetto a un manga standard, però è ugualmente scorrevole. L'ambientazione è nella Francia del Settecento, e in alcuni momenti mi ha ricordato un po' Lady Oscar...

Non so quanto questo adattamento sia fedele al romanzo di Choderlos de Laclos, poiché io non l'ho mai letto ma conosco soltanto le versioni cinematografiche di Stephen Frears e di Milos Forman (devo porre rimedio a questa lacuna).
Comunque se vi piacciono le ambientazioni storiche e le figure dei libertini irresistibili (e siete in grado di accettare il finale tragico) io ve lo consiglio.

giovedì 2 aprile 2015

haggis a colazione


Se nel corso dei vostri viaggi vi è capitato di passare per la Scozia, non potete non aver almeno sentito parlare dell'haggis. Io l'ho anche mangiato, più di una volta, e l'ho addirittura apprezzato.
Ma andiamo per ordine. L'haggis non è un dolce tipico, né un frutto esotico: nulla di così invitante. Si tratta di un piatto tradizionale scozzese, nato dalla cucina povera del passato che combinava gli avanzi. E' una specie di insaccato, che unisce interiora macinate di pecora, mescolate con carne, grasso, cipolle e farina d'avena, il sale e le spezie e le cuoce dentro uno stomaco di pecora. Una cosina leggera, insomma. Il tutto viene poi servito accompagnato da purè di patate (tatties) e purè di rape bianche (neeps).

Suppongo che i più schizzinosi a questo punto abbiano già abbandonato la lettura. Ai più impavidi racconto invece che io ho ordinato l'haggis un paio di volte quando sono stata in Scozia, in pub o taverne.

Quando sono in viaggio mi piace assaggiare i piatti tipici di un certo luogo, se questi mi incuriosiscono o mi ispirano. In questo caso la spinta è nata dalla curiosità: volevo vedere se l'haggis era davvero così terribile come poteva sembrare, oppure se tutto sommato era mangiabile. E si mangia, davvero, non è niente male... e anche se la porzione ritratta nella foto grande non sono riuscita a finirla tutta (buono è buono, ma è comunque un po' pesante, soprattutto se non vi si è abituati), non mi è per niente dispiaciuto.

Pensate che, in un b&b nei pressi di Inverness, la proprietaria è stata tanto gentile da farci assaggiare l'haggis casalingo fatto da lei (ci aveva chiesto il giorno prima se ci avrebbe fatto piacere), insieme al resto della classica Full Scottish, al tè e alle marmellate. Quindi una mattina mi sono "goduta" una mini-porzione di haggis anche a colazione, per la serie abbinamenti-strani...