giovedì 12 maggio 2016

il principato di seborga



In Liguria, sulle alture dell'immediato entroterra di Bordighera si trova il paese di Seborga, famoso in quanto sostiene di essere un principato indipendente, autonomo rispetto alla Repubblica Italiana.
Però l'Italia non lo riconosce, e di fatto nel paese vi è un normalissimo municipio retto da un sindaco come dappertutto.


La motivazione ufficiale della (presunta) autonomia si perde nei meandri storici, e nella burocrazia dei tempi che furono. In buona sostanza, il principato venne venduto nel 1729 a Vittorio Amedeo II di Savoia, ma come patrimonio personale del re (pare che fu pagato coi fondi personali del sovrano, e non con quelli della Corona) e quindi non facente parte del Regno di Sardegna. Inoltre si sostiene che l'atto di vendita riguardasse soltanto il possesso dei territori di Seborga, e non la sovranità sul luogo. Ed infine pare che l'atto di vendita non venne mai registrato.

Di conseguenza, gli abitanti di Seborga sostengono che il loro paese non fece mai parte del Regno di Sardegna, per cui l'annessione al Regno d'Italia, prima, e alla Repubblica Italiana, dopo, avvennero in maniera unilaterale da parte italiana, senza il loro accordo, e quindi il tutto risulterebbe non valido.


Ai nostri giorni, la notorietà del paesello si traduce soprattutto in servizi televisivi o in articoli sulle riviste di viaggio.

Il paesello (pardon, principato) ha una forma di governo retta da un Principe (una carica che immaginavo ereditaria, ma che invece ho scoperto essere elettiva!), da un Consiglio dei Priori e da un Consiglio della Corona. Il sito ufficiale del Principato racconta che viene battuta moneta (il "luigino") e vengono addirittura stampati dei francobolli.

Tutto molto folkoristico... ancor di più se pensate che un paio di settimane prima che mi ci recassi, su alcuni giornali era comparsa la notizia di un "colpo di stato" a Seborga: in pratica un francese si sarebbe autoproclamato lui Principe al posto di quello attualmente in carica. Manovre di palazzo che sembravano non far sfigurare Seborga rispetto al più blasonato Principato di Monaco, che si trova a una sola trentina di km di distanza.


Con tutte queste doverose premesse, ero pronta a godermi la visita "stando al gioco", nel senso che mi aspettavo una specie di pittoresca mini-Seborgaland con varie trovate acchiappa-turisti, anche un po' kitsch. Me le aspettavo proprio: ci contavo.

Invece, la tappa a Seborga è stata piuttosto deludente. In un pomeriggio di un sabato primaverile c'erano in giro pochissimi visitatori, ma soprattutto il paese non offriva nulla in più - né di diverso - rispetto agli altri borghi dell'entroterra della zona. Degli unici due bar/trattorie che abbiamo visto soltanto uno era aperto (e dentro non c'era anima viva).
Nella piazzetta del paese c'era un solo negozietto che vendeva pasta, olio, miele, marmellate, amaretti e qualche altra golosità.
L'altra vetrina - ahimé polverosa - che esponeva souvenir era chiusa, e abbiamo dovuto aspettare che aprisse a metà pomeriggio; ma potevamo anche risparmiarci l'attesa, poiché a parte i famosi francobolli e i "luigini", tutto il resto non era strettamente legato a Seborga (vendeva infatti paccottiglia di stampo medievale e merchandising del Signore degli Anelli: robe che si possono trovare anche vicino a casa, senza fare tutti quei chilometri).


Abbiamo visitato la piccola chiesa del paese e il caso ha poi voluto che, all'uscita, fossimo sorpresi da diverse persone vestite con una tunica di foggia templare. Devo confessare che il mio primo pensiero è stato: ma guarda, ecco il gruppo folkloristico locale che ci dà il benvenuto... ma allora ci tengono, a far bella figura coi turisti! In realtà abbiamo poi capito subito che anche questi personaggi erano turisti esattamente come noi: si trattava infatti di un gruppo francese gemellato con quello locale.


In definitiva, se vi trovate a passare da quelle parti potete anche farci un salto, a Seborga. Chissà, magari durante la stagione estiva ci troverete un po' più di movimento. Magari la Pro loco (anzi, come direbbero loro, il Ministero del Turismo) organizza qualcosa di originale.
Ma non vi consiglio di andarci apposta. Per me è stata un po' una delusione.

domenica 1 maggio 2016

giardinaggio

Una simpatica foto dal web, di manodopera (anzi "zampadopera") in giardino.