lunedì 11 marzo 2013

calculated in death

Nell'Upper East Side di Manhattan una donna viene trovata morta in fondo alle scale, spogliata di tutti i suoi oggetti di valore. Eve Dallas capisce subito che non si tratta di una semplice rapina andata male.
La vittima, Marta Dickenson, è una contabile, un'amata moglie e madre, e non sembra il tipo da essere sulla lista nera di nessuno. Eve e Peabody trovano delle tracce di sangue anche dentro l'edificio, e Eve capisce che l'omicidio è stato il lavoro di un killer allenato, anche se non un vero e proprio professionista, nemmeno troppo intelligente da rimuovere tutte le prove.
Inoltre dalll'ufficio di Marta vengono rubati dei files, così Eve si trova a chiedere aiuto a Roarke per muoversi nel mondo del business, delle frodi e delle certificazioni aziendali. Ma ben presto Marta non è più l'unica vittima, perché anche altre pedine che erano coinvolte nelle frodi cominciano a cadere. Per acchiappare i colpevoli, Eve non esita a proporsi come esca, proprio durante la premiere del film realizzato sul caso Icove.

Dunque, al 37esimo libro di una serie non è che ci si aspettino grandissime novità, siamo sinceri, ma almeno qualcosa che tenga desta l'attenzione, un contentino per i fan fedeli che seguono da tempo la storia, bè questo sarebbe lecito aspettarselo...
Sono andata incredibilmente piano nella lettura, soprattutto nella prima metà, perché il libro non ingranava, almeno non con le mie marce. Più di una volta mi son trovata a pensare che forse non l'aveva neanche scritto la Robb - ho avuto 'sto pensiero - anche perché come farebbe 'sta donna a mantenere il ritmo dei libri che scrive facendoli uscire tutti col buco, boh? Comunque ero abbastanza delusa, avanzavo a fatica fra le pagine: i soliti giri, i litigi (infantili) di Eve con la macchinetta delle brioche e della Pepsi, gli ennesimi insulti con Summerset, e Roarke che entra in scena tardi, dopo pagina 80 o giù di lì...
La seconda parte del libro per fortuna è un po' più movimentata, recupera un po' e sono andata a passo più spedito. Il giudizio complessivo sul libro è risalito, però mi rendo conto che non c'è più la passione che ammantava la lettura dei primi libri. Sarà colpa mia? Magari mi sono un po' stufata e mi piacerebbe che nella serie avvenisse qualche scossone o, in mancanza, si andasse verso un epilogo degno delle aspettative di tutti i fan. Certo, leggerò ancora il prossimo libro che uscirà, e anche quello successivo, però se anche loro saranno (in parte) deludenti come questo, mi rendo conto che anche il mio affetto per questa serie ne risentirà...
Poi, non so se è soltanto una mia sensazione, ma trovo che ci siano meno accenni ad aggeggi o trovate futuristiche rispetto ai libri precedenti. Sarà che anche noi ci stiamo avvicinando al 2060 (!), ma ci sono meno aspetti che mi sorprendono e mi fanno pensare 'apperò!'

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