lunedì 8 dicembre 2014

the king

Per quanto mi riguarda, non ha più la verve dei primi titoli della serie. Troppo dispersivo, troppa carne al fuoco, troppo spazio a personaggi che mi interessano poco (le Ombre), e poco a quelli di cui vorrei leggere di più (Layla e Xcor, e inoltre personaggi appena accennati in passato come Murhder e Luchas - la Ward se li è persi nel dimenticatoio?).

Si vede che la Ward, quando decide di prediligere particolarmente un personaggio, gli prepara minuziosamente il campo già diversi libri prima di quello che a lui espressamente dedicato. E' successo con John, poi l'ho notato tantissimo con la coppia Qhuinn e Blay, e adesso con le Ombre. Peccato che in ciascuno di questi casi l'eccessivo spazio che dedica loro mi sfinisce: insomma, già si tratta di personaggi che non sono MAI quelli che a me interessano, e il troppo mi stufa.

Ma poi... le Ombre? Quando la Ward ha introdotto questi fratelli (all'epoca in cui lavoravano nel club di Rehvenge) li aveva ammantati di un'aura mitica di pericolo, in quanto appartenenti a una razza particolare, diversa dai vampiri, etc etc, insomma c'erano grandi aspettative... e adesso invece uno fa il cuoco nel tempo libero, e l'altro il puttaniere seriale per sfuggire allo spleen esistenziale: ma dai!
E Selena: ho letto tutti i libri precedenti ma mi sfugge davvero dove fosse fatta menzione di una malattia mortale fra le Elette, da dove l'ha tirata fuori la Ward?

In quanto alla storia di Beth e Wrath devo dire che la parte che mi è piaciuta di più è stata quella con i flashback relativa ai genitori di Wrath (e se anche la Ward l'avesse ampliata un pochetto non mi sarei lamentata). Ho trovato abbastanza ridicola (e confezionata su misura) la gestione del needing di Beth e della sua gravidanza inconsapevole - anche alla luce del fatto che abbiamo Layla incinta da quanto? due libri?, mentre Beth scopre di essere incinta e dà alla luce il figlio nel giro di pochi capitoli.

La storia fra Sola e Assail ha continuato a piacermi (non da impazzire, ma visto il resto...), com'era stato nel libro precedente.

In definitiva, ho letto il libro, ma senza alcuna fretta né entusiasmo, tant'è che è la prima volta che non mi sono fiondata sull'edizione inglese appena uscita, ma con tutta calma ho letto l'edizione italiana oltre sei mesi più tardi, senza nessuna ansia. Il desiderio di proseguire con la serie mi era già scemato moltissimo con "Lover at last", e con questo titolo non è certo riaumentato.

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