mercoledì 24 febbraio 2016

una giornata petalosa

Quest'oggi i social italiani sono stati letteralmente invasi dalla petalosità di una nuova parola. Quando ho acceso il computer verso le 8:30 ho casualmente notato che un'amica aveva messo il "mi piace" su Facebook a un post fotografico, che commentava un quadro e faceva uso di questa parola. L'ho notato, ma non ci ho fatto caso più di tanto. Ma quando dopo mezzora sono incappata in un altro post, di tutt'altra tipologia, e stavolta corredato da fotografie della lettera, ho capito che non ce ne saremmo più liberati, almeno per un po'. E sono stata al gioco.

La storia è presto raccontata, così come ce l'hanno proposta. Qualche settimana fa, un alunno di una scuola elementare in provincia di Ferrara, durante un compito ha scritto di un fiore che era "petaloso". La maestra gliel'ha giustamente indicato come errore, perché la parola non esiste, ma gli ha detto che comunque si trattava di un "errore bello", e ha suggerito al bambino di inviare la segnalazione all'Accademia della Crusca.

Pare che il bambino l'abbia fatto, e che l'Accademia gli abbia risposto, evidenziando come la parola sia in potenziale ben formata, ma che, affinché possa essere inserita in un dizionario, debba entrare in circolo ed essere usata dalle persone.

La storia è arrivata a un pubblico più ampio e oggi - apriti cielo! - credo che "petaloso" sia stata la parola più utilizzata sui social, postatissima su Facebook nonché su Twitter, dove già in mattinata l'hashtag corrispondente era già fra i più ricorrenti in Italia. Istituzioni ed enti fra i più insospettabili l'hanno usata.

E anche l'Accademia della Crusca ha monitorato l'hashtag, perlomeno su Twitter. Mi sono scompisciata dal ridere nel vedere il reply che hanno fatto al tweet della Ladurée chiedendo una cassa di macarons.
L'ironia oggi non gli è mancata.


Non sono mancate le voci di dissenso, o di chi era infastidito da tutto 'sto baillamme social.
Io l'ho trovata una cosa simpatica. La storia, per quanto sia vera oppure inventata, mi è parsa dolce e carina. Senza dubbio trovo più pregnante una parola nata in questa maniera, rispetto a tante inventate da giornalisti che decidono di usarle nei loro articoli (e che soltanto per il fatto di essere messe nero su bianco in quelle sedi vengono considerate degne di entrare in un vocabolario).

1 commento:

  1. quando abbiamo sentito questa storia io e mia figlia abbiamo subito pensato alla sua maestra, bravissima ma molto severa...abbiamo concluso che sicuramente avrebbe segnato la parola con due belle righe rosse e l'annotazione in parte "non esiste!" e la storia si sarebbe conclusa qui...

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