martedì 20 settembre 2016

l'ultima carezza

L'ultima carezza
di Catherine Guillebaud
Elliot Edizioni

Il suo nome è Mastic des Feux Mignons. Da parte di padre discende da Ian du Bec-Etoile e, da parte di madre, da Ceenzo Vitoune de la Mutinerie. È un setter inglese, nato il 17 aprile del 1994. Secondo la tradizione di famiglia, Lei lo ha immediatamente ribattezzato non appena arrivato nella sua nuova casa e così è diventato Joyce, in ricordo di chi sappiamo, patronimico scelto anni prima per il suo predecessore, irlandese anche lui. Tra Lei e lui è subito nata una storia d’amore.
Una storia vissuta attraverso la casa, l’alternarsi delle stagioni, dei piccoli gesti ripetuti all’infinito, che poco a poco tessono, nel susseguirsi dei giorni, la trama di una famiglia e di una vita, tutto raccontato attraverso lo sguardo di un cane pieno di gioia, sentimento, intelligenza e ironia. Scritto con eleganza e delicatezza di stile, è l’omaggio tenero, pieno di profonda empatia nei confronti degli animali che ci osservano e ci amano senza riserve.


E' un racconto delicato, narrato in prima persona (!) da Joyce, un ormai vecchio setter inglese di quattordici anni, che - arrivato alla fine dei propri giorni - narra della sua vita come Cane di casa.
La sua famiglia vive in una casa da favola, immersa in un grande parco, non troppo lontano da Parigi. Joyce non è l'unico animale a condividere l'esistenza con Lei, lui e le due sorelle, ormai cresciute: nel corso degli anni vi sono stati gatti - uno dei quali, l'altrettanto anziano Opium, è tuttora suo migliore amico - cagne, e cavalli. Una vita da gentiluomo (pardon, gentil-cane) di campagna, insomma, nella quale c'è stato un periodo difficile causato dalle pecore della fattoria vicina, ma che per il resto è stata sempre felice.
Saggio e divertente, Joyce rivela tutto l'amore, la dedizione e la fedeltà che ha sempre portato ai suoi padroni (soprattutto a Lei).

Chi ha posseduto un cane sarà toccato da questa storia, e vi troverà molte scene vere e vissute. Non ci sono grandi avvenimenti, ma la semplice quotidianità dell'esistenza con un animale domestico, vista però con gli occhi del pelosone.
 

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