Federico Grom - Guido Martinetti
GROM Storia di un'amicizia, qualche gelato e tanti fiori
Bompiani
Ricordo con chiarezza il mio primo gelato da Grom. Era la primavera del 2005 e una sera ci incontrammo, con un gruppo di amici, per cominciare a parlare delle vacanze estive. Ci trovammo in centro e finimmo in piazzetta Paleocapa per assaggiare questo gelato, il cui marchio era ormai sulla bocca di molti torinesi da diversi mesi. Io però non l'avevo ancora gustato, perché a quel tempo il negozietto era un po' fuori dai miei consueti itinerari (cosa che sarebbe radicalmente cambiata negli anni successivi).
Ricordo che rimasi molto colpita dalle persone in fila ordinata fuori dal
negozio, in attesa del proprio turno, e ricordo che presi la mitica crema di Grom, quella crema amalgamata con tutte quelle briciolone di paste di meliga e granella di cioccolato: un vizio che successivamente mi sarei concessa più volte.
Sono passati sette anni da allora: a Torino i negozi Grom sono diventati cinque (quasi tutti in zona centro), ma soprattutto hanno aperto in buona parte d'Italia e sono arrivati addirittura a New York, Tokio, Parigi e Malibu, per un totale di oltre cinquanta punti vendita e circa 500 dipendenti. Nel 2007 i due soci hanno avviato Mura Mura, un'azienda agricola nella zona dell'Astigiano, nella quale coltivare in prima persona la frutta da usare per la produzione.
Più che la diffusione geografica, però, Grom è oggi sinonimo di prodotto di qualità, genuino, e fatto con cura, con materie prime di qualità assoluta, senza additivi chimici.
Un sogno, un progetto portato avanti da due giovani amici: Federico Grom e Guido Martinetti.
Il percorso che ha portato questi due ragazzi, miei coetanei e miei concittadini, a ottenere un simile risultato mi ha sempre incuriosita. Ed è stato aspettandomi di conoscerlo un po' meglio, che ho preso in mano questo libro.
Ma non dimentichiamoci anche un plauso meritato a chi ha progettato la grafica e il packaging del volumetto, perché in epoca di ebook questo libro è riuscito ad affascinarmi esteticamente e a farsi comprare: la carta, la copertina, i disegni
colorati, l'alternanza del color verde e vinaccia per rappresentare visivamente l'alternanza delle parole di Guido e di Federico, il segnalibro fatto come un fiordaliso (un fiore che cresce sui terreni puri, simbolo che ricorre più volte nel racconto).
La storia del progetto, anzi del sogno, Grom è spiegata direttamente da Guido e Federico (di cui devo anche notare le buone doti di scrittura, di entrambi). Nei primi capitoli si dilungano molto (e giustamente) sulle fasi iniziali, mentre più avanti la narrazione si fa più accelerata, concentrandosi soltanto sugli eventi salienti. Qua e là emerge come il sistema Italia non sia facile da affrontare, non per niente aprire un negozio a Roma è stato molto più lungo e difficile che aprirlo a New York o a Tokio, per tutta una serie di lacci e lacciuoli economici e di (mal) costume.
Negli ultimi mesi il gruppo Illy ha acquisito una quota del 5% di Grom, infondendo ulteriore linfa e know-how alla giovane società, per aiutarla ad espandersi secondo i suoi valori e i suoi obiettivi.
Qual è la gioia più grande, a prestar fede alle parole dei due giovani imprenditori? Un bambino che sorride mentre mangia un gelato Grom. Un piacere genuino, meraviglioso ma passeggero, come la fioritura dell'albero di ciliegio.
Aggiornamento: 1 ottobre 2015
E' notizia di oggi che Grom è stata venduta al gruppo olandese Unilever.
Guido e Federico hanno monetizzato il sogno.
Ed è l'ennesima eccellenza torinese che se va altrove, nonché l'ennesimo marchio italiano che finisce in mani straniere...
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