Si possono coniugare la tradizione delle luminarie natalizie e l'arte contemporanea? La risposta è sì, e a Torino lo fanno da ormai quasi 20 anni, nel periodo che precede il Natale.
La città di Torino ha dato un'etichetta altisonante alle classiche illuminazioni natalizie, chiamandole "Luci d'Artista". In effetti le diverse installazioni realizzate con la luce sono state ideate e progettate da vari artisti contemporanei, italiani e stranieri, anche di fama, quindi possono tranquillamente essere etichettate come "opere d'arte".
Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime, di Nicola De Maria |
La cosa intelligente delle Luci d'Artista torinesi è che vengono riciclate e re-inventate ogni anno. Di solito le vie e le piazze coinvolte nella manifestazione sono sempre le stesse, quasi tutte in zona centrale, ma di anno in anno le luci vengono ricollocate in una via differente rispetto all'anno prima, ovviamente anche in funzione di come si riescono ad adattare alla fisionomia della strada.
Ad esempio, le scritte della favola narrata da Mainolfi uno degli anni passati erano collocate in via Carlo Alberto, l'anno scorso in via Lagrange, e quest'anno in via Garibaldi.
Anche se il grosso delle opere viene riproposto anno dopo anno, con ogni nuova edizione c'è però in genere anche una new entry. Opere che vanno e opere che vengono, dunque.
Alcuni allestimenti sono davvero scenografici e mi piace sempre rivederli, anno dopo anno.
Il mio preferito in assoluto era il "Tappeto volante" di Buren, che di solito veniva allestito davanti al Municipio: un reticolato di lanterne rosse e blu disposte in maniera regolare a circa 8-9 metri da terra. Davvero suggestivo camminarci sotto. Peccato che quest'anno non sia stato riproposto.
Tappeto volante, di Daniel Buren |
L’energia che unisce si espande nel blu, di Marco Gastini |
Volo su..., di Francesco Casorati |
Noi, di Luigi Stoisa |
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