martedì 29 novembre 2016

il giardino dei segreti

Kate Morton, Il giardino dei segreti
Nel 1913 Hugh, responsabile del porto australiano di Maryborough, trova sulla banchina una bambina di quattro anni abbandonata, scesa da una nave appena giunta dall'Inghilterra.
La bimba non ricorda il suo nome e non ha alcun segno identificativo, soltanto una piccola valigina bianca contenente qualche vestito e un libro di fiabe scritto da una certa Eliza Makepeace, l'Autrice.

Hugh e sua moglie non hanno figli (ci sono stati diversi aborti nel corso degli anni del loro matrimonio), per cui decidono di tenere con sé la bimba, che chiamano Nell, e di crescerla come propria.

A 21 anni Nell è fidanzata ed è totalmente inconsapevole delle proprie origini. Quando Hugh le confessa la verità, l'equilibrio e le certezze di Nell vanno in pezzi, ma i tempi difficili e la seconda guerra mondiale non le permettono di esplorare le sue vere radici sino al 1975, finché si reca a Londra.
Qui viene a conoscenza della storia di Rose, la malaticcia cugina di Eliza, figlia di Lord Linus Mountrachet e di sua moglie, Lady Adeline, di bassa estrazione sociale. L'amata sorella di Mountrachet, Georgiana, aveva gettato scandalo sulla propria famiglia fuggendo a Londra per vivere nella miseria insieme a un marinaio, che poi era improvvisamente scomparso.
Eliza Makepeace era la loro figlia, ospitata dallo zio Linus dopo la morte di Georgiana e riportata a Blackhurst, la malinconica tenuta dei Mountrachet in Cornovaglia.

Nel 1975 Blackhurst è divenuta un hotel, e Nell, parlando con vari abitanti del posto, riesce a risalire al fatto che i propri genitori fossero proprio Rose e suo marito, il pittore Nathaniel Walker - anche se ufficialmente la loro unica figlia risultava essere morta proprio a quattro anni.

La ricerca di Nell si interrompe a questo punto, ma dopo la sua morte, nel 2005, tocca a sua nipote Cassandra riprendere in mano le fila della storia, e recarsi in Cornovaglia per scoprire davvero la verità relativa alle origini di Nell - legate intimamente a un piccolo cottage comprato da sua nonna proprio nel 1975 - e mettere insieme tutte le tessere ancora mancanti del puzzle.

La struttura del romanzo è piuttosto intricata. Ci sono infiniti salti temporali avanti e indietro, uno per ciascun capitolo, e all'inizio ho trovato questa cosa molto pesante. Non che non avessi mai letto libri che adottavano questo espediente, ma qui la Morton lo ha davvero portato agli eccessi, secondo me. Ci sono stati diversi punti in cui avevo difficoltà a ricordarmi se una certa cosa era stata scoperta da Nell oppure da Cassandra, e in quale contesto era stata presentata per la prima volta.
Però capisco il motivo per cui l'autrice ha adottato questa modalità di narrazione, intersecando diversi piani e diverse voci.

L'utilizzo del simbolismo delle fiabe, e una finta pista che suggerisce la possibilità di un incesto creano una boscaglia di indizi fitta e impenetrabile proprio come il giardino cresciuto ed incolto di Eliza, e il labirinto di Blackhurst.
Un puzzle un po' torbido, ma la rivelazione finale coglie abbastanza di sorpresa, anche se verso i capitoli finali restava effettivamente l'unica strada che poteva essere stata percorsa dagli eventi. Posso dire che alla fine ci ero arrivata. Come avrebbe detto Sherlock Holmes, una volta eliminato l'impossibile ciò che rimane, per quanto improbabile, dev'essere la verità.

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