lunedì 7 novembre 2016

tutta la luce che non vediamo

Anthony Doerr, Tutta la luce che non vediamo

È il 1934, a Parigi, quando a Marie-Laure, una bambina di sei anni con i capelli rossi e il viso pieno di lentiggini, viene diagnosticata una malattia degenerativa: sarà cieca per il resto della vita. Ne ha dodici quando i nazisti occupano la città, costringendo lei e il padre a trovare rifugio tra le mura di Saint-Malo, nella casa vicino al mare del prozio. Attraverso le imposte azzurre sempre chiuse, perché così impone la guerra, le arriva fragorosa l'eco delle onde che sbattono contro i bastioni. Qui, Marie-Laure dovrà imparare a sopravvivere a un nuovo tipo di buio.

In quello stesso anno, in un orfanotrofio della Germania nazista vive Werner, un ragazzino con i capelli candidi come la neve e una curiosità esuberante per il mondo. Quando per caso mette le mani su una vecchia radio, scopre di avere un talento naturale per costruire e riparare questi strumenti di fondamentale importanza per le tattiche di guerra, un dono che si trasformerà nel suo lasciapassare per accedere all'accademia della Gioventù hitleriana, e poi partire in missione per localizzare i partigiani. Sempre più conscio del costo in vite umane del suo operato, Werner si addentra nel cuore del conflitto.

Due mesi dopo il D-Day che ha liberato la Francia, ma non ancora la cittadina fortificata di Saint-Malo, i destini opposti di Werner e Marie-Laure convergono e si sfiorano in una limpida bolla di luce.

Il libro è impostato a mo' di puzzle, con capitoli brevi e molto numerosi: sembra quasi di "leggere" i fotogrammi di una storia. A me questa particolarità è piaciuta molto, e ha contribuito fortemente a stimolare la lettura. Di solito scelgo di mettere in pausa la lettura alla fine di un capitolo, e visto che qui i capitoletti erano molto brevi, continuavo a dirmi massì, ne leggo ancora uno prima di chiudere, e andavo avanti così per delle mezzore...

C'è un'alternanza di piani temporali e un andare avanti e indietro cronologicamente per blocchi di capitoli. Onestamente io non ho avuto problemi e non ho trovato difficoltà ad orientarmi - è stato tutto chiaro - però ho visto da commenti sparsi che alcuni lettori si sono trovati un po' spiazzati (e allora vorrei vedere queste persone alle prese col libro che sto leggendo adesso: quello sì che salta avanti-indietro di decenni ad ogni capitolo).

La storia del diamante maledetto, che aveva reso immortale un principe ma aveva provocato la morte delle persone vicine a lui, si interseca con la storia di Marie-Laure e di suo padre, ed è altrettanto intrigante, ma alla fine si stempera un po' e perde di interesse.

Comunque un libro che mi è piaciuto veramente molto (e poi apprezzo particolarmente le ambientazioni in luoghi dove sono stata), anche se ho avuto un po' di delusione nella parte finale. Non che mi aspettassi un lieto fine, men che meno un destino comune per Marie-Laure e Werner, però ho avvertito un leggero senso di desolazione e rimpianto.
La morte di Werner mi è sembrata particolarmente inutile, dato che non è dipesa né da un atto eroico, né da un suo sacrificio per salvare altre persone. Una pura scelta narrativa, mentre invece avrebbe potuto salvarsi anche lui come il suo compagno della Wermacht.

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