venerdì 10 settembre 2010

vita da spiaggia

Esattamente una settimana fa mi trovavo al mare, comodamente (bè, mica tanto) spararanzata in spiaggia, mentre adesso son qua seduta alla mia scrivania davanti all'amato/odiato computer. Per quest'estate però non mi lamento, perché ho fatto delle vacanze lunghe (ben quattro settimane), di cui le prime due in Gran Bretagna, poi qualche giorno di cazzeggio a casa, ed infine l'ultima settimana trascorsa al mare.
Sono finita in un paesino della Calabria, sulla costa dello Ionio, ospite di una mia amica, dove davvero l'unica cosa decente ed interessante era la spiaggia. Per il resto non c'era nient'altro da fare né da vedere, se non dedicarsi alla pur sempre interessante degustazione di granite e paste di mandorla - però anche questa attività non poteva essere portata avanti all'infinito, se volevo continuare ad entrare nei miei vestiti :)
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Della spiaggia non mi piacciono la confusione e il via-vai di persone, di corpi, che si piazzano con sedie e teli proprio a dieci centimetri dai tuoi; i bambini che urlano, corrono e ti inciampano addosso con secchielli e balocchi al seguito; i palloni che continuano ad arrivarti vicino; la sabbia (o i sassi) che ti spaccano la schiena sotto al telo-mare; l'effetto panatura della sabbia sulla pelle bagnata; l'appicicaticcio della crema solare.
Per fortuna la scorsa settimana gran parte dei turisti erano già rientrati a casa, per cui c'era relativamente poca gente. Il mio orario preferito in spiaggia era fra le 17 e le 19, quando il sole era già basso e lasciava sulla spiaggia un'ombra lunga lunga dentro la quale mi andavo a nascondere; non faceva più troppo caldo e c'era pochissima gente in circolazione.

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