sabato 8 gennaio 2011

bright star


A thing of beauty is a joy for ever.
Una cosa bella è una gioia per sempre è il primo verso dell'Endimione, uno dei primi lavori di John Keats. Tutta la poesia di Keats ruota intorno al tema della bellezza, ed è intrisa di dolore e commozione. Nella breve vita del poeta i dolori infatti non mancarono: la morte del giovane fratello, l'infelice e ardente passione per Fanny Brawne, la tisi.
Per tentare di guarire, Keats si recò in Italia alla fine del 1820, ma morì nel febbraio dell'anno successivo a Roma - dove è sepolto nel Cimitero degli Inglesi - a soli 25 anni.

"Bright star", diretto da Jane Campion, racconta proprio lo sbocciare e l'evolversi della storia fra Keats e Fanny, una storia complicata da diversi ostacoli imposti dalla società circostante, e soprattutto dalla mancanza di mezzi del poeta stesso.

La fotografia è molto suggestiva e curata, fra interni di campagna e campi fioriti disseminati di giunchiglie e iris; i costumi sono ben fatti e fantasiosi (non per niente Fanny crea abiti - anche se alcuni suoi modelli e cappellini, soprattutto quelli ad inizio pellicola, non mi piacciono granché...); i riferimenti alle opere del poeta sono innumerevoli.

Il film scorre però in maniera abbastanza lenta, e io ho paura di averlo guardato in una serata in cui ero già un po' stanca di mio (e avrei invece avuto bisogno di qualcosa di più "sprintoso" per resistere), e di non averlo apprezzato quanto mi sarebbe piaciuto. Proverò a riguardarlo nel prossimo futuro (visto che mi ero addirittura lanciata a comprare il dvd), e spero che per allora la fulgida stella si mostri più brillante rispetto alla prima visione...


Bright star, would I were stedfast as thou art -
Not in lone splendour hung aloft the night,
And watching, with eternal lids apart,
Like nature's patient, sleepless Eremite,
The moving waters at their priestlike task
Of pure ablution round earth's human shores,
Or gazing on the new soft-fallen mask
Of snow upon the mountains and the moors -
No - yet still stedfast, still unchangeable,
Pillow'd upon my fair love's ripening breast,
To feel for ever its soft fall and swell,
Awake for ever in a sweet unrest,
Still, still to hear her tender-taken breath,
And so live ever - or else swoon to death.

4 commenti:

  1. Bello il tuo blog...e interessante il tuo post!
    Tornerò a trovarti...
    Se ti va passa da me, anche se io non tratto di letteratura in particolare.
    A presto!
    Loredana

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  2. Ciao, seguo sempre con piacere il tuo blog, e ho deciso di assegnargli il premio Sunshine Award^^
    Brightstar mi è piaciuto molto, anche se io non so se avrei il coraggio di guardarlo una seconda volta...il finale è davvero straziante...

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  3. @La Comtesse - grazie per il tuo commento. Sono passata a fare una visitina sulle tue pagine, e sono io che devo farti i miei complimenti per i tuoi lavori! Deve volerci tanta pazienza, immagino. Io ahimé non sono capace di fare nulla con ago e filo...

    @Francesca D. - ma grazie per il premio! Appena riesco cercherò a mia volta di diffonderlo.
    Per quanto riguarda il film mi sono ripromessa di riguardarlo, perché sono sicura che alla fine mi possa piacere (altrimenti mi sarei risparmiata i 15 euro del dvd)... Purtroppo lo sapevo già prima quale sarebbe stata la fine...

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  4. Bellissimo film!
    In effetti, è un po' lento... perché questo è lo stile di Jane Campion: tutti i suoi film mancano di ritmo... Ma lo si apprezza (questo come gli altri suoi lavori) per la poesia, la delicatezza e la malinconia. In fondo, persino Quentin Tarantino lo ha apprezzato e ha addirittura scritto una lettera alla Campion!

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