lunedì 4 febbraio 2013

edenbrooke

Julianne Davidson, Edenbrooke

Per prima cosa, la dicitura riportata in copertina - "a proper romance" - mi fa sorridere. Non perché non sia vera, ma perché in qualche modo l'editore (o l'autrice) hanno voluto sottolineare la diversità di questo romanzo rispetto a quelli che vanno per la maggiore negli ultimi tempi, prima e dopo le varie sfumature. La cosa più spinta di cui si legge in Edenbrooke è infatti un semplice bacio, a fine libro, ma nonostante questo - o, per meglio dire, indipendentemente da questo - il libro mi è piaciuto molto e mi ha avvolta nella sua lettura durante il weekend.

La storia è ambientata nell'Inghilterra di inizio 1800 (o almeno, lo supponiamo, perché l'autrice in questo non è molto precisa e non lascia alcun indizio).
Dopo la morte della madre, la diciassettenne Marianne Daventry si trova confinata a Bath presso la nonna, separata sia dalla sorella Cecily, che sta passando la stagione a Londra presso una cugina, sia dal padre ,che è partito per la Francia oltre un anno prima, lasciando le figlie presso parenti. Quando Cecily le manda un invito per raggiungerla presso la tenuta di Edenbrooke, dove anche lei sarà ospite, Marianne è al settimo cielo. Potrà finalmente lasciare la noia di Bath e di un fastidioso ammiratore, rilassarsi e godersi la campagna, che lei ama e che le è sempre mancata tanto nell'ultimo anno (da quando ha lasciato la sua casa).
Ma la sfortuna (o forse la fortuna, chissà, visto come andranno poi le cose...) vuole che prima di arrivare a Edenbrooke la carrozza di Marianne venga assalita da un brigante, che le porta via un medaglione e ferisce il suo cocchiere. La ragazza e la sua cameriera non si perdono d'animo e riescono a raggiungere una locanda nelle vicinanze, dove Marianne incontra il misterioso (e affascinante) Philip. Il giovane le aiuta, ma il mattino successivo è sparito. Grande sarà la sorpresa di Marianne nel ritrovarlo il giorno dopo a Edenbrooke, e nello scoprire che è uno dei componenti della famiglia...
E da questo momento Marianne si trova al centro di avventure, segreti e sentimenti non confessati.

Questo libro assomiglia molto al genere in voga qualche decennio fa - Georgette Heyer, Sylvia Thorpe, Constance Heaven, Barbara Cartland, tanto per fare i nomi di qualche autrice pubblicata anche in Italia - a quei titoli in cui si fondevano bene avventura e romance, senza esagerare in nessun senso. Quei libri che tante di noi hanno letto da ragazzine, ma che anche riletti da adulte ci piacciono sempre molto e mantengono la loro validità, dove ci sono gentiluomini e giovani lady intraprendenti e coraggiose, libertini e briganti di strada.
Ho letto Edenbrooke in due giorni, segno che mi ha coinvolta ed appassionata.
Marianne e Philip sono due bei personaggi: lei intelligente, spiritosa e piuttosto inconsapevole del proprio valore; lui un gentiluomo corretto, coraggioso e spudoratamente affascinante. La relazione fra Marianne e Philip è carica di tensione, e quello che Marianne non riesce a vedere sino alla fine del libro risalta chiaramente agli occhi del lettore già dal principio; non c'è stato nulla che non avessi già immaginato e sospettato capitoli prima :-) però la storia mi ha intrappolata lo stesso. La parte in cui Philip insegna a Marianne come scrivere una lettera d'amore è da antologia, bellissima!

Grazie a Francy che mi ha consigliato questa lettura!

2 commenti:

  1. lo sapevo che ti sarebbe piaciuto! io l'ho adorato, è proprio "vecchio stile", ma moderno e accattivante, senza essere volgare.

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  2. Sì, infatti: davvero carinissimo!

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