venerdì 8 gennaio 2010

genitori moderni

Conversazione ascoltata stamattina in metropolitana: accanto a me c'erano tre donne che rientravano al lavoro, tutte intorno alla quarantina. Dopo aver parlato delle vacanze si sono tutte lamentate della quantità (a loro parere abnorme) dei compiti per le feste dati dalle maestre della loro povera progenie. Tutte sembravano essere particolarmente fiere del fatto che nessuno di questi pargoletti li avesse finiti (e forse nemmeno cominciati, boh...?)
Tanto per dare ulteriore testimonianza, un paio di queste brave mamme moderne si sono poi vantate fra loro che l'estate scorsa avevano firmato ai loro figli una sorta di "giustifica" per non aver fatto NESSUNO dei compiti delle vacanze che erano stati loro assegnati dalle maestre (devono proprio essere delle streghe queste disgraziate di maestre, eh...? Pensare di dare dei compiti a bambini che, lasciati a se stessi, probabilmente nel giro di due settimane si dimenticherebbero tabelline e grammatica - sempre se insegnano ancora queste cose, io non sono più molto aggiornata con lo stato attuale della scuola).
Anyway, queste mamme sottolineavano il fatto che i compiti avrebbero interferito con il normale svolgimento delle vacanze che loro avevano prenotato, e questa non era certo una cosa concepibile, no?
Io sono SCANDALIZZATA da quello che ho sentito, ma purtroppo non me ne stupisco, perché se è vero che alle superiori e all'università pare che nessuno sappia più scrivere in italiano, la ragione è probabilmente da ricercarsi molto più a monte. Magari le povere maestre fanno quel che possono, ma a volte non è sufficiente.

Io ricordo benissimo che nell'estate fra la 2a e la 3a elementare i miei genitori non mi diedero il permesso di giocare con una nuova Barbie che mi avevano comperato, sino a quando non ebbi finito tutto il librettino dei compiti estivi. Sino ad allora sapevo che la Barbie c'era, ma era chiusa a chiave nell'armadio. E visto che altre Barbie non ne avevo, questa cosa fu sufficiente a: 1) spronarmi a finire i compiti, 2) attribuire alla bambola il giusto valore di un giocattolo "guadagnato".

5 commenti:

  1. Ciao Roberta, sono d'accordo con te. Anche io ho insegnato inglese quando abitavio in Italia e mi trovavo i genitori che se la prendevano con me perche' i figli non avevano avuto tempo di studiare (avendo un preavviso di un mese sulla data dei compiti in classe) perche' dovevano andare a troppe feste di compleanno e quindi non c'era il tempo materiale per fare i compiti (un esercizio scritto a settimana composto di 6 domande). Mi sono scandalizzata ed indignata talmente tante volte che alla fine ho lasciato perdere.

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  2. Ti seguo a ruota, è uno scandalo! anche perchè fare un'ora di compiti al giorno, non mi sembra un grosso impegno, anche se il povero pargolo è al mare, alle 2 del pomeriggio si può mettere al tavolino per studiare un po'! Queste sono le mamme che quando i figli vanno male a scuola, invece di chiuderli in casa per un mese, se la prendono con le maestre(professori).

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  3. Non mi sorprende per niente. Io insegno alle medie e questa è la quotidianità. I presidi ci dicono di andare incontro ai genitori, altrimenti quelli "spostano i figli da un'altra parte". Ho letto decine di "giustificazioni", scritte da procreatori con un italiano stentato, che dicevano "poiche andremo in crocera sul nilo mio filio non potra fare i compiti delle vacanze assegniati da lei". Giuro. I mali della scuola stanno nel fatto che ci obbligano, dall'alto, a calar sempre di più le brache, per allevare una generazione di pirla pronti a votare il primo idiota che passa. (Scusa lo sfogo, ma giusto ieri ho discusso con una mamma e tocchi un nervo scoperto).

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  4. Eh già, per un insegnante tutto ciò deve essere molto frustrante, vi capisco Milady e Vittoria :-(
    Certo che se questo stato di cose viene davvero avallato dall'alto siamo davvero nella m*... Ho paura di pensare a cosa ne sarà di questo paese nel giro di pochi anni...

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  5. mi sembra che i risultati si vedano già ora... :|

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