martedì 26 gennaio 2010

ciclisti maleducati

Non so se sia uso comune anche nel resto d'Italia e d'Europa, ma qui a Torino molti ciclisti viaggiano belli tranquilli sui marciapiedi e sotto i portici. La città ha la felice caratteristica di possedere oltre 16 km di portici, e questo è molto utile nei giorni piovosi/nevosi invernali, dato che consente di camminare senza bagnarsi. Evidentemente anche i ciclisti apprezzano molto questa particolarità architettonica, perché quando piove ti sfrecciano tutti accanto sotto le volte porticate. E se quando piove posso anche arrivare minimamente a giustificarli (anche se mooolto poco), quando non viene giù acqua dal cielo li manderei tutti a stendere.
Per la miseria! Se inforcano una bicicletta in quel momento sono veicoli (sia per il Codice della Strada sia per il senso comune), a meno che non la stiano spingendo a mano. Cosa li fa ritenere di poter bellamente viaggiare sul marciapiede (che il più delle volte è a malapena sufficiente per i pedoni), spesso a velocità sostenuta, pretendendo talvolta che gli altri si spostino per farli passare? Ah già, ma loro ritengono di essere salvatori dell'umanità inquinata soltanto perché poggiano il culo su un sellino invece che un sedile di un'auto, e questo ai loro occhi li fa apparire esseri superiori a cui tutto è permesso...
Ebbene, sappiate che grazie alla vostra collega che stava sfrecciando sotto i portici di Via Po e mi è venuta addosso mentre io ero ferma davanti alle bancarelle dei libri usati, non mi ha neanche detto s'ciòpa ("crepa" per i non piemontesi) ed è ripartita in quarta - se un altro di voi mi sfiora mentre sto camminando sul marciapiede o sotto un portico, lo sgambetto è dietro l'angolo...

3 commenti:

  1. Mio padre, che è un bel metro e ottantatre per novanta e più kg, quando sente un ciclista avvicinarsi sul marciapiede a velocità sostenuta, sente l'irresistibile voglia di stiracchiarsi a braccia tese. Specie se in una mano ha un bel sacchetto pieno. Ne ha abbattuti un sacco, così.

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  2. oppure tieniti sempre un piccolissimo sassolino in tasca e dopo che è passato/a glielo tiri in testa. Poi se casca, oh, mica è colpa tua.

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  3. sì, in effetti ho parlato di "sgambetto", ma il desiderio è di un'azione maggiormente... come dire... attiva! XD

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