venerdì 2 aprile 2010

diario norvegese/1

Il bel tempo che fa capolino, ancora un po’ timidamente – devo dire, invoglia a pensare alle prossime vacanze. Cosa che sto cominciando a fare. Seriamente.
Nel frattempo, mentre cercavo tutt’altro, ho casualmente ritrovato il mini diario di viaggio che mi ero messa a scrivere in Norvegia qualche estate fa. Magari non interessa a nessuno, ma ho pensato di riportarne delle parti qui (un pezzetto alla volta).

Abbiamo fatto il viaggio in gruppo: eravamo in 13, tutti amici. Una delle attività principali previste nel viaggio era un corso di kayak di alcuni giorni, da svolgersi presso il centro di attività sportive gestito da Eivind, un amico del nostro amico giramondo Mac. Malauguratamente io non so nuotare, per cui ho evitato di finire annegata sfruttando quei giorni – in cui 11 dei nostri amici hanno fatto il corso - insieme a un’altra compagna di viaggio e visitando altre zone della Norvegia. Dopo 4-5 giorni ci siamo di nuovo riunite al resto del gruppo.
p.s. il resoconto non comincia dal primo giorno della vacanza, ma soltanto da quando mi ero comprata il quadernetto (quindi Oslo è rimasta fuori dal racconto)...

12 agosto
Seconda mattinata consecutiva di levataccia (questa volta 4:45! Ma chi ce lo fa fare? Veramente saremmo in vacanza...) Partiamo dal molo di Flam quasi del tutto deserto, e dopo alcune centinaia di metri di navigazione prendiamo la saggia decisione di utilizzare le nostre giacche a vento (inoltre Mac si prende una prima soddisfazione, facendoci notare due signori sul ponte con il berretto di lana: allora è vero! Aveva detto che sarebbe potuto tornare utile, anche in pieno agosto!)

Il tratto del fiordo da Flam a Leikanger è davvero bello: bella è la sensazione di trovarsi sul ponte del battello (seduti o in piedi) e contemplare la valle di montagne ed acqua che si estend intorno a noi. Davvero molto norvegese! L’acqua del fiordo appare tranquilla, le onde si percepiscono appena sulla superficie dell’acqua: questo avviene poiché siamo ancora molto distanti dall’imboccatura del fiordo. Anche il grado di salinità dell’acqua è basso: prevale l’apporto dei fiumi che vi si gettano. L’Atlantico è ancora lontano da qui. Arriviamo a Leikanger alle 7:30 e prendiamo una seconda corrispondenza. Il nostro programma di oggi è recarci a Vik per vedere la chiesa di legno (stavkirche), e poi tornare indietro di un porto per dormire a Balestrand. La barca dove ci troviamo ora è una fast-boat, un catamarano veloce, quasi una sorta di sala galleggiante con tutte le comodità e dei finestroni per vedere il panorama. Carina, però il primo traghetto era più sul genere “mercantile”, aveva un certo fascino. Ad ogni modo anche questi catamarani hanno una loro attrattiva, guardandoli proseguire la loro corsa dal molo.

Arriviamo a Vik: 13 esseri ancora un po’ assonnati con sulle spalle 13 pesanti zaini: che fare? Si pone questo problema perché l’ufficio del turismo di Flam che ci ha fornito gli orari ci ha detto che il traghetto per Balestrand c’è solo alle 20. Mac si reca alla Kommunen House (unico posto aperto alle 7:30 di mattina) chiedendo “supporto morale e tecnico” e i mitici dipendenti comunali norvegesi ci fanno gentilmente depositare tutti i nostri zaini nei loro uffici, offrendosi di spostarceli all’Office Tourism quando aprirà. In segno di riconoscenza (e per liberarcene), regaliamo 2 pacchi di mezze penne Voiello all’impiegata.
La visita alla cittadina può cominciare, ma solo dopo aver fatto colazione (e sgraffignato qualche panino per pranzare) in un bell’hotel dotato di pianoforte nell’anticamera dei bagni!! Meta della ns. visita è la chiesa di legno, collocata in cima a una collinetta, con un paio di alberi molto “da cartolina”. Tornati indietro in città a mezzogiorno, scopriamo che a Flam ci hanno detto una balla e in realtà c’era un traghetto alle 11:30, ma ormai è tardi...

Nel pomeriggio ci sistemiamo, dopo una discreta passeggiata, su una tipica spiaggia norvegese: in pratica uno scoglio piuttosto ampio che ripara una piccola baia dove l’acqua è sorprendentemente verde. Ho trovato singolare il contrasto fra la baia e il trattore che – a meno di 10 metri – ha continuato a tagliare il fieno per tutto il pomeriggio. Su questo scoglio abbiamo preso sufficiente sole da arrossarci tutti

Quando siamo tornati all’Office Tourism per riprendere gli zaini, alcuni di noi (Massimo, Lucia, Lorenzo) hanno trovato la sgradita sorpresa dello zaino unto: la bottiglia d’olio si era rotta e ha fatto danno. Anche il locale dell’Office Tourism è stato coinvolto da questo inconveniente... tracce di borotalco devono essere visibili tuttora nei pressi!!!
Arrivati finalmente a Balestrand abbiamo scoperto che forse il posto era più carino di Vik (anche se a me Vik è sembrato bellino, son contenta di averlo visto). Anche il nostro ostello è decisamente bello (da tenere a mente in caso di visite future: Balestrand Vanderhrejm Krinsja). La nostra cena si è svolta nel pub dell’hotel figo del paese (con sale di inizio secolo davvero eleganti, stile lodge).
Vista una stella cadente...
 continua

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