venerdì 7 maggio 2010

vita nel settecento


La significatività di una vita non è un fatto esteriore, ma un dato segreto, spirituale e profondo su cui non abbiamo il diritto di giudicare. Attraverso le lettere inedite di Faustina Doria al marito, Carlo Francesco Valperga di Masino, marchese di Caluso, ripercorriamo una vita breve ma intensissima, scenari incantati di cui si sono perse le tracce, un grande amore che non conosce tempo.

Questo libriccino si è affacciato dallo scaffale di storia locale della biblioteca, e - grazie al sottotitolo "Nove anni di vita di una nobildonna del '700 piemontese" - si è fatto prendere in prestito. Pensavo di trovarvi un epistolario che raccontasse di feste e di nobiltà, con i toni avventuroso-romantici ai quali siamo abituati pensando a quell'epoca, grazie alle distorsioni generateci dai libri e dai film in costume: un mix fra la storia "vera" e le atmosfera alla Elisa di Rivombrosa. In realtà - partendo da queste aspettative - sono stata un po' delusa, primo perché le lettere non sono riportate fedelmente, ma l'autrice opera una parafrasi e una riscrittura completa in terza persona; secondo perché le giornate di Faustina ne escono riempite in larga parte da futili occupazioni, dal comportarsi da perfetta padrona di casa nei confronti di ospiti più o meno illustri - utili per la carriera del marito, da gravidanze pesanti e difficili, dalla scrittura quotidiana di lettere alla madre; terzo perché le ultime pagine passano bruscamente dalle lettere del 1750 al 1754 - anno in cui la marchesa muore di parto, giovanissima (non aveva ancora ventisette anni) - senza spiegare nulla del periodo intermedio...

Insomma la realtà "dura" di una donna del Settecento, che aveva però almeno la fortuna di essere istruita, ricca e nobile... Chissà quanto doveva essere ancor peggiore la situazione di una donna del popolo, di cui non avremo mai la possibilità di rintracciare qualche testimonianza.

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