lunedì 15 novembre 2010

the scarlet domino

Liberi di crederci o no, ma ho comprato questo libercolo per soli 20 pence nella chiesa di St. Peter a Winchcombe, nelle Cotswolds, la scorsa estate. Entrata nella bella chiesetta del paesello, pronta ad ammirare qualche vetrata o fotografare un elegante soffitto, ecco che, zàcchete, cosa vedono mai i miei occhi? Due navate laterali piene di bancarelle e scatoloni ricolmi di libri usati, a prezzi spettacolari, per una vendita di beneficenza. Diversi scatoloni presentano l'etichetta di "20p per book", e come faccio io - povera lettrice compulsiva in vacanza - a non approfittarne, soprattutto quando vedo che ci sono dei volumetti di autori come Georgette Heyer, James Herriot, Ken Follett e Agatha Christie?
Magari si tratta di libri che possiedo già in italiano, ma come si può resistere di fronte al fascino "vintage" del vecchio paperback ingiallito, che magari ha passato tutta la sua vita su uno scaffale di una bella biblioteca in un cottage inglese, e che adesso se ne verrà con me in Italia?

Attivo gli occhietti in modalità scansione veloce, per passarmi in rassegna tutti 'sti scatoloni mentre le mie amiche mi aspettano "pazientemente" fotografando le lapidi del piccolo cimitero e i portali della chiesa.
E per puro caso, trovo anche un libro di Sylvia Thorpe, e lo prendo al volo, soprattutto perché si tratta di un titolo che non è stato tradotto in italiano. Il libro è ovviamente questo - "The scarlet domino".In una fredda notte del febbraio 1761, Antonia Kelshall e Geraint St.Arvan vengono costretti al matrimonio, dopo essersi incontrati per la prima volta soltanto un'ora prima. Il matrimonio è stato organizzato dal nonno della ragazza, sir Charles, che ha saldato tutti i debiti di St.Arvan facendolo uscire dalla prigione di Newgate, in cambio della sua adesione a un non meglio specificato contratto, che si rivela essere quello matrimoniale. Geraint si trova così ricco marito di una ricca e bella ereditiera, che però lo odia, nonché oggetto dei loschi intrighi di un cugino che da tempo vuole impossessarsi del patrimonio di famiglia.

Clichés abbastanza triti e non particolarmente originali, ma il romanzetto tiene desta l'attenzione e si fa leggere - anche se a un certo punto non ho più capito come abbia fatto Antonia a lasciarsi invischiare nelle trame del cugino, e tutto ciò che ne consegue.

"I mean nothing to you, nor you to me," said Antonia.
"You are my wife. The marriage was not of my seeking, but since you now bear my name, you will conduct yourself becomingly. If you do not, I promise that you will most bitterly regret it."
For a few seconds the dark eyes met and held the blue, and it was as thourgh swords had been crossed in the quiet room. Then Antonia, trembling with anger, moved forward until she stood within a yard of Geraint.
"Do not try me too far", she said in a low fierce voice. "I can be a dangerous enemy, for I have been taught only too well how to hate."
Laughter leapt into his eyes again, and the brief moment of seriousness was past. "Then it is time you were taught to love," Gerant replied.


Sylvia Thorpe (pseudonimo di June Sylvia Thimblethorpe) è nata a Londra nel 1926, e ha scritto una trentina di romanzi ambientati nell'Inghilterra dei secoli passati. Romanzi ironici, sentimentali, appassionati, ricchi di avventure e colpi di scena, che le hanno valso una grandissima popolarità. Una scrittura elegante, trame appassionanti, misteriose e ricche di emozione, e personaggi intriganti.

In italiano sono stati tradotti soltanto quattro titoli, negli anni '70: "L'Erede dei Tarrington", "Quadriglia", "Scambio di Dame" (editi negli Oscar Mondadori), e "L’Usignolo d’Argento". Io ho recuperato casualmente i primi 3 libri in italiano (sul mercato dell'usato), e devo dire che per me la Thorpe è stata una piacevolissima sorpresa :) Ho cominciato il primo libro senza particolari aspettative, e invece ho scoperto un'autrice davvero intrigante (L'erede di Tarrington mi è piaciuto tantissimo). Peccato davvero che in italiano ne siano stati tradotti così pochi.

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